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Terrorismo: inquirenti al lavoro su telecamere e fuga Anis Amri/Adnkronos

27 dicembre 2016 | 14.45
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Terrorismo: inquirenti al lavoro su telecamere e fuga Anis Amri/Adnkronos

Inquirenti al lavoro per ricostruire nel dettaglio il lungo viaggio di Anis Amri, il presunto responsabile della strage in un mercatino di Natale a Berlino, dalla Germania a Sesto San Giovanni, comune dell'hinterland milanese dove è stato ucciso nel corso di una sparatoria. Una ricostruzione che viene fatta con precisione certosina nel tentativo di capire se il giovane tunisino abbia avuto appoggi e contatti. Soprattutto nel tentativo di comprendere se la 'Stalingrado d'Italia', com'é soprannominata Sesto San Giovanni, fosse la meta di Anis Amri solo una tappa di un percorso che lo avrebbe portato nuovamente all'estero o nel sud del Paese dove il killer ha fatto un lungo periodo di 'turismo' penitenziario.

In queste ore tutte le registrazioni delle telecamere delle stazioni in cui Amri è transitato vengono visionate: allo stato si sa che martedì 20 dicembre Amri si trova ancora nella capitale tedesca. Giovedì 22 dicembre il giovane é riuscito a raggiungere Lione da dove, nel giro di poche ore, su treni per lo più regionali fa tappa prima a Chambery, poi a Bardonecchia, comune in provincia di Torino, quindi a Torino Porta Nuova dove é stato immortalato mentre scende dal treno e si muove nell'atrio. Amri si confonde tra la gente, acquista un biglietto per Milano e riparte. Arriva in Centrale all'una di notte circa.

L'ultimo fotogramma del giovane è di oggi e lo riprende alle 00.58 del 23 dicembre 2016. Alla stazione Centrale di Milano le telecamere di sicurezza lo riprendono mentre si avvia verso l'uscita della stazione. L'uomo 'vagabonda' per un po', poi prende un pullman e si dirige alla stazione di Sesto Primo Maggio a Sesto San Giovanni, in una piazza perennemente frequentata da stranieri di ogni tipo, vicinissima ad una stazione di Polizia. Una piazza, quella sestese, controllata ma non così 'blindata' come può apparire a chi fugge la stazione Centrale a Milano, con i suoi gate per accedere ai binari, ma solo con il biglietto e costantemente monitorata dalla polizia ferroviaria. Che a Sesto Amri volesse fermarsi perché poteva contare sulla complicità di qualcuno o se da lì volesse prendere un pullman diretto al sud allo stato non si sa.

Alle 3 della mattina, nel corso di un controllo normale, due agenti lo notano, lo fermano: lui si dichiara calabrese poi fa fuoco, gli agenti reagiscono e, stando a quanto é stato ricostruito, sparano entrambi. Amri muore lì. In tasca ha contante, una pistola calibro 22 carica, la stessa probabilmente usata per uccidere il camionista del tir utilizzato per travolgere la folla a Berlino, e una scheda sim prepagata olandese, inattiva. Piccoli particolari che fanno di Amri un uomo attento, uno in fuga anche se ancora non braccato. Forse un 'lupo solitario'. Ma é presto per dirlo.

Sono tanti gli interrogativi ancora aperti e gli inquirenti non tralasciano nulla, lavorano nel più stretto riserbo e tutto quel che trapela sono pochi fotogrammi e nuovi dettagli sulla fuga del killer di Berlino che la dicono però lunga sugli accertamenti in corso per non trascurare nulla. Al lavoro sono tre procure italiane, oltre alle autorità tedesche: c'é Roma, che ha aperto un fascicolo per la morte di un'italiana all'estero, la giovane Fabrizia Di Lorenzo, c'é Monza, la procura competente per territorio rispetto a quel che accade a Sesto e che si concentra sulla sparatoria di venerdì notte e poi c'é Milano dove il capo dell'antiterrorismo Alberto Nobili indaga per terrorismo internazionale.

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