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An, tesoretto da 100 mln. Fondazione: non disperdiamo il patrimonio di famiglia

12 ottobre 2014 | 17.26
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Le iniziative del cda che tutela il patrimonio dell'ex MSI: arriva il 'Secolo' in versione 2.0.. La Russa: "Al lavoro per evitare depauperamento". Gasparri: "In cda c'è clima più costruttivo". Tra gli asset 65 mln di rimborsi elettorali

An, tesoretto da 100 mln. Fondazione: non disperdiamo il patrimonio di famiglia

Non è facile gestire un patrimonio di svariati milioni di euro, tra immobili e liquidità. Quello di Alleanza nazionale, poi, che ha sempre avuto una travagliata storia giudiziaria, non trova pace da tempo. Si tratta di un vero e proprio tesoretto, di oltre 100 milioni di euro, che con il passare degli anni rischia di perdere valore. Giovedì scorso, a Roma, si è riunito il cda della Fondazione Alleanza nazionale, che amministra tutti gli asset per fare il punto della situazione e studiare un piano di contenimento spese, evitando sprechi e ulteriori passività.

L'estate scorsa, Maurizio Gasparri, infatti, aveva lanciato l'allarme conti (''Non disperdiamo il nostro patrimonio di famiglia''), chiedendo una gestione più oculata e redditizia dei vari cespiti. Con una lettera inviata a tutti i consiglieri, il vicepresidente del Senato aveva chiesto di correre ai ripari, proponendo, se necessario per far cassa, di affittare a prezzi ragionevoli gli immobili più quotati e adatti.

Da allora il quadro sembra migliorato, si sono fatti dei passi avanti. Ed è lo stesso Gasparri a confermarlo all'Adnkronos: ''C'è un clima più costruttivo, le questioni che avevo posto sono avviate a soluzione. E' in corso tutta l'attività di verifica necessaria per regolarizzare l'uso del patrimonio, a cominciare dal controllo del pagamento degli affitti da parte di chi ha la disponibilità dei beni''.

Nell'ambito di ''questa ricognizione '', rivela l'ex ministro, è stato proposto, ''ma solo in alcuni casi specifici,come avvenuto, ad esempio, per via della Scrofa, di lasciare gli immobili a disposizione della Fondazione''. Un esperimento del genere, raccontano, potrebbe essere fatto con il palazzetto di via Mancini, a Milano. In particolare, all'odg dell'ultima cda, c'è stata anche la presentazione del piano di rilancio del 'Secolo d'Italia' on line, con una relazione dettagliata di Italo Bocchino, che punta alla creazione di un quotidiano di riferimento della destra moderna, aperto al dibattito di tutto il centrodestra e più dinamico sulla quotidianità della politica.

Il piano editoriale del 'Secolo' versione 2.0, racconta Ignazio La Russa (membro del Cda e ora designato anche sostituto dello scomparso Donato Lamorte), ''è stato approvato all'unanimità. L'obiettivo è rilanciare il 'Secolo' per utilizzarlo al meglio e rafforzare così la presenza dei giornali di centrodestra sul web''. Il progetto, raccontano, ispirato al modello Usa, partirà tra qualche settimana e vuole trasformare il quotidiano in un luogo di confronto aperto sul futuro del centrodestra. Allo stato, nella redazione di via della Scrofa, lavorano una ventina di dipendenti, tra giornalisti e personale dell'amministrazione. Soddisfatto Gasparri: ''Si tratta di un programma di rilancio molto apprezzabile, che servirà ad aumentare il numero dei contatti''. L'ex ministro della Difesa dice la sua anche sul 'tesoretto' degli ex aennini ed è fiducioso: ''Bisogna evitare il depauperamento del patrimonio immobiliare, ci stanno lavorando gli amministratori delle due società che lo gestiscono''. Il patrimonio di An è formato dai circa 65 milioni di euro in contanti di rimborsi elettorali, più le decine di case e palazzi (una settantina, sparsi in tutta Italia, a cominciare dalla sede storica di via della Scrofa) provenienti dai lasciti dei militanti del vecchio Msi, valutati intorno ai 40 milioni molto prudenzialmente da una perizia, ma che, secondo alcune indiscrezioni mai confermate, varrebbero almeno il triplo.

Il lascito della contessa Colleoni - Parliamo di sedi di sezioni (la maggior parte periferiche della vecchia Fiamma tricolore), appartamenti e palazzi, ma anche di garage e scantinati, disseminate su tutto il territorio nazionale, che hanno sempre garantito sonni tranquilli al partito. Una sorta di polizza a vita per superare indenni qualsiasi tempesta politica. Da qui la decisione di blindare i 'gioielli di famiglia' con una fondazione ad hoc, che gestiste ogni proprietà sin dallo scioglimento dell'ex An nel Pdl. L'ultimo lascito a favore del partito, di oltre due miliardi di vecchie lire, è stato quello della contessa Anna Maria Colleoni, discendente dello storico condottiero del Quattrocento, Bartolomeo Colleoni. Il tesoro di An sarebbe stimato oltre 100 milioni di euro, anche se qualcuno dice che in totale ammonterebbe a 200 milioni, ma si tratta solo di voci, che non trovano conferma, perché allo stato non esiste un rendiconto ufficiale di tutti gli asset, che dovranno anche essere valutati sulla base dei parametri di mercato attuali. Le proprietà degli ex aennini, dunque, hanno subito varie peripezie, spesso a colpi di carta bollata. Di fatto il patrimonio è rimasto bloccato, anche se qualche risorsa è servita a finanziare di recente alcune iniziative per la celebrazione del centenario della nascita dell'ex leader missino Giorgio Almirante.

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