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Ericsson: apre procedura licenziamento, sciopero il 26

25 maggio 2015 | 12.30
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"L'azienda non è in crisi e non indica con la necessaria trasparenza i motivi che determinano gli esuberi", denuncia la Filcams Cgil. Per ora "ha per il momento escluso il ricorso agli ammortizzatori sociali e rifiutato di valutare qualsiasi piano di riqualificazione"

Ericsson: apre procedura licenziamento, sciopero il 26

Sarà sciopero per tutti i lavoratori del gruppo Ericsson in Italia, il prossimo 26 maggio. L’azienda ha aperto una procedura di licenziamento collettivo che include 60 dipendenti nel comparto Solutions e Service, su Milano, Roma e Venezia e 150 nel settore telecomunicazioni, su un totale di alcune migliaia di lavoratori. La decisione di proclamare lo stato di agitazione e lo sciopero giunge dopo un primo incontro con l'Azienda, che non ha convinto le Organizzazioni sindacali e le Rappresentanze dei lavoratori. "L'Azienda non è in crisi e non indica con la necessaria trasparenza i motivi che determinano gli esuberi", dichiara la Filcams Cgil "e durante il primo incontro ha posto una serie di condizioni vincolanti al negoziato, rifiutando qualsiasi soluzione che salvaguardi l'occupazione".

La sensazione dei lavoratori è che si voglia "procedere a un riequilibrio dell'organico e a un turnover forzato per mere ragioni di profitto e senza nessuna garanzia per i lavoratori". Il colosso svedese infatti "ha per il momento escluso il ricorso agli ammortizzatori sociali e rifiutato di valutare qualsiasi piano di riqualificazione del personale, che possa garantire una soluzione condivisa e non traumatica per tutti i lavoratori".

Per questo i lavoratori hanno deciso di fermarsi domani, 26 maggio, per l'intera giornata e in entrambi i settori (telecomunicazioni e servizi): "non è accettabile l'aut aut aziendale e il tentativo di rottamazione da parte di una multinazionale che pur dichiarandosi in buona salute pretende la fuoriuscita forzata di lavoratori, senza la minima cura per il loro futuro". I lavoratori chiedono "trasparenza, garanzie occupazionali e soprattutto responsabilità sociale".

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