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Animali: a ogni politico il suo? Manca Renzi e cane ideale sarebbe Jack Russell (2)

17 maggio 2014 | 16.27
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(Adnkronos Salute) - "Mi compiaccio che all'interno del dibattito politico, anche nella fase più accesa del confronto elettorale - dice l'etologo dell'Accademia dei Lincei Enrico Allevi - di fatto si certifichi che ormai nelle famiglie italiane gli animali da compagnia rappresentino un'entità affettiva così trascinante. Tirare spesso in mezzo Dudù significa che ormai questi animali sono diventati veri componenti delle nostre famiglie", da 'stuzzicare' "allo stesso modo rispetto a mogli o figli dei politici. Io però, personalmente, voterei volentieri quel politico che, anziché acquistare un cane di una razza costosissima, magari come quelli della Regina d'Inghilterra, accogliesse in casa uno dei tanti cani abbandonati che languono nei nostri canili. E diffiderei del politico che non ha mai convissuto con un cane o con un fatto".

Secondo Alleva "oggi i 'vizi' dei politici sono gli stessi, anche in partiti con idee diametralmente opposte fra loro, e dunque non credo sia possibile identificare uno schieramento con una razza canina magari più tenera e affettuosa, rispetto a una più aggressiva". E' vero però che "oggi il cane è importante per la completezza dell'autopresentazione del politico, e viene utilizzato esattamente come una 'first lady'. Obama ha il suo Bo, Bill Clinton aveva i suoi Labrador, George Bush i suoi Springer Spaniel e i suoi Terrier", e oggi anche gli italiani, forse anche un po' in ritardo nel riconoscere l'importanza della presenza canina nelle case dei connazionali, provvedono.

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