Milano, 5 feb. (Adnkronos Salute) - "Da quest'anno la chirurgia veterinaria per gli animali da compagnia e le vaccinazioni veterinarie rientrano nelle 'spese rappresentative' degli italiani e sono ormai 'consolidate' nei comportamenti sociali di chi vive con almeno un animale da compagnia (4 famiglie su 10). Una buona notizia dal punto di vista socio-sanitario, ma un serio monito per le autorità di Governo che vogliano davvero tutelare queste spese dal rischio dell'inflazione e ridare slancio alla domanda-offerta di prestazioni e servizi veterinari". Lo afferma l'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), sottolineando che "la crisi economica sta minacciando la propensione alle cure veterinarie e deprimendo un comparto sanitario che - fra medicinali, attrezzature e mangimi - genera sviluppo socio-sanitario ed economico".
"Alla detassazione delle cure veterinarie, priorità assoluta per non cadere nella soglia di under-treatment veterinario - commenta Marco Melosi, presidente Anmvi - vanno associate politiche di tutela del potere d'acquisto dei proprietari virtuosi (l'82% secondo il parere dei medici veterinari italiani) anche attraverso soglie di detrazione fiscale adeguate al costo del denaro. Sono più di dieci anni - osserva - che le detrazioni veterinarie non vengono nemmeno aggiornate ai valori Istat e sono al di sotto di 1 euro al giorno".
L'Anmvi ricorda "l'incoraggiamento dell'Organizzazione mondiale della sanità animale a non cadere sotto livelli minimi di controllo delle malattie animali trasmissibili. Mantenendo in salute i cani e gatti, proprietari e veterinari giovano alla salute e alla contabilità pubblica nazionale".