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Anm, Davigo: "Non servono giri di vite sulle intercettazioni"

10 aprile 2016 | 10.40
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(Fotogramma)
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"La pubblicazione di intercettazioni davvero non pertinenti è già vietata dalla legge penale quantomeno dal reato di diffamazione. Se non rientrano in quel reato o sono pertinenti oppure si tratta di fatti che attengono all'operato di un pubblico ufficiale. Nel qual caso la pubblicazione è lecita". "Se si ritiene che le pene per la diffamazione non siano adeguate, basta aumentare quelle. Il resto è superfluo". Così il nuovo presidente dell'Anm Pier Camillo Davigo, intervistato da 'Repubblica'.

Il neopresidente parla a tutto campo, e sul lavoro che lo aspetta dice: "Non si tratta di essere intransigenti ma di avere i principi chiari". Sulle misure adottate dal governo nei confronti delle toghe afferma: "Possiamo dire che è poco dialogante?". "Nessun datore di lavoro ridurrebbe le ferie ai dipendenti senza dialogare". E ancora: la legge sulla responsabilita' civile "non serve a prevenire errori e comunque ci costa poco più di quello che pagavano prima di assicurazione, ma fa credere che gli errori possano dipendere soprattutto da negligenze e non da carichi di lavoro che non hanno equivalenti negli altri Paesi. La riduzione brusca dell'età pensionabile senza assicurare la copertura dei posti che si rendevano vacanti ha aumentato ulteriormente la scopertura di organico dei magistrati".

Sulla corruzione la legge di iniziativa governativa "che ha aumentato le pene per alcuni reati contro la pubblica amministrazione e introdotto una riduzione di pena per chi collabora" è "meglio di niente"ma "per fronteggiare reati così gravi e così diffusi ci vogliono strumenti molto più efficaci, ad esempio le operazioni sotto copertura". Infine, sulle toghe in politica sostiene: "La mia personale opinione e' che i magistrati farebbero bene a non fare mai politica".

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