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Cinema: Anna Magnani invade New York, grande retrospettiva al Lincoln Center

05 maggio 2016 | 10.58
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Anna Magnani con Totò (foto Istituto Luce)
Anna Magnani con Totò (foto Istituto Luce)

"Se si può dire che New York è una città per Anna Magnani? Oddio, unire due cose così violente insieme non so cosa succederebbe!". Così Anna Magnani rispondeva nel 1953 durante un’intervista radiofonica della Rai, in occasione della prima newyorchese di ‘Bellissima’. Ora l'Istituto Luce-Cinecittà e The Film Society of Lincoln Center le dedicano un'ampia retrospettiva, intitolata 'La Magnani', che sarà presentata in anteprima nella Grande Mela e poi in tutti gli Stati Uniti e in Canada.

La retrospettiva prevede 24 titoli, in gran parte provenienti dall’Archivio Internazionale di Luce Cinecittà, che verranno tutti proiettati in pellicola in formato 35 e 16 millimetri, dal 18 maggio al 1 giugno prossimi presso il Walter Reade Theater del Lincoln Center, coprendo quasi per intero l’arco cronologico della sua carriera cinematografica, dal suo terzo film 'Tempo massimo' di Mattoli del ’34, fino al simbolico addio in 'Roma' di Fellini nel 1972. Passando per il capolavoro di Rossellini che la proiettò nella memoria del mondo, 'Roma città aperta' ("Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato", scrisse Giuseppe Ungaretti), 'La rosa tatuata' di Daniel Mann che le valse l’Oscar (di cui ricorre quest’anno il 60° anniversario) e 'Selvaggio è il vento' di Cukor, con cui vinse il premio per la miglior interpretazione a Berlino, e la sua seconda nomination agli Oscar.

La rassegna intende riproporre negli Stati Uniti, che le hanno ufficialmente tributato i più alti onori - dall’Oscar alla stella sulla Walk of Fame di Hollywood - l’orgogliosa passione, l’umorismo tagliente ed il naturalismo alieno dall’affettazione, che hanno reso Anna Magnani il simbolo, se non forse la più sintetica definizione dell’idea del cinema italiano. Una forma d’arte, esplosa nell’apparizione di 'Roma città aperta', che mostrò al mondo qualcosa che prima le platee non avevano mai visto così apertamente: quel qualcosa che si divideva tra la nudità del realismo e la gloria, che era la vita portata sullo schermo.

"Nessuna attrice possiede la magia e il fuoco di Anna", disse di lei George Cukor. "E’ probabilmente la più grande attrice con cui abbia mai lavorato. E’ l’animale completo – un animale appositamente creato per il palco e per lo schermo", la definì Jean Renoir. "Divine, just divine", fu il giudizio di Marylin Monroe.

Parimenti portata per il dramma e la commedia, così come per il palcoscenico e lo schermo, la Magnani incarnava quella che sarebbe stata la qualità più precisa e insieme inafferrabile del nostro cinema migliore: muovere con lo stesso film il pubblico al riso e alla commozione.

Così, non per caso, la retrospettiva newyorchese dedicata ad Anna Magnani diventa anche l’occasione per riscoprire alcuni capolavori del cinema italiano: da Rossellini (oltre a Roma città aperta, L’amore), Visconti (Bellissima), Pier Paolo Pasolini (Mamma Roma), Federico Fellini (Roma), De Sica (Teresa Venerdì), Lattuada (Il bandito), Monicelli (Risate di gioia), Zampa (L’Onorevole Angelina). Consegnando la diversità di generi e umori che fanno del cinema italiano uno dei più eclettici, ancora oggi, al mondo.

E non meno intensa è la visione di pellicole di maestri internazionali: da Cukor, a un film divenuto proverbiale come 'La carrozza d’oro' di Jean Renoir, al Lumet di 'Pelle di serpente' (accanto a un possibile analogo maschile della Magnani, per iconicità ed estensione dei limiti del vero: Marlon Brando), a un film intrecciato alla vicenda biografica con Rossellini come 'Vulcano' di Dieterle, alla 'Rosa tatuata', scritto da Tennessee Williams appositamente per l’attrice.

E non mancherà per il pubblico del Lincoln Center la visione di pellicole raramente conosciute oltreoceano, come una delle sue prime prove per il cinema, il già citato 'Tempo Massimo' di Mario Mattoli del 1934, o il suo distintivo stile vocale in 'La vita è bella' di Carlo Lodovico Bragaglia, e una delle sue ultime interpretazioni sullo schermo: il dramma storico '…Correva l’anno di grazia 1870', di Alfonso Giannetti, la sua unica pellicola a fianco di un altro grande interprete italiano: Marcello Mastroianni, nel 1971.

Una retrospettiva emozionante ed esaustiva del mestiere e dell’anima dell’attrice, che dopo New York sarà presentata in alcune delle più prestigiose istituzioni cinematografiche nord americane di Chicago, Detroit, Berkeley, Los Angeles, San Francisco, Houston, Columbus, Festival di Toronto, Cambridge. 'La Magnani' è organizzata da Florence Almozini e Dan Sullivan, e da Camilla Cormanni e Paola Ruggiero di Istituto Luce Cinecittà. Coprodotta da Luce Cinecittà e Film Society of Lincoln Center. Presentata in associazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

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