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Anna Pirozzi torna a Verona con 'Nabucco': "Un'emozione mia 100esima volta con Abigaille"

02 luglio 2021 | 10.23
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Con l'orchestra diretta da Daniel Oren, il soprano napoletano vestirà i panni della figlia del re babilonese. "Opera monumentale, ruolo difficile ma nelle mie corde"

Anna Pirozzi
Anna Pirozzi

L'ultimo anno non è stato facile per Anna Pirozzi. "Non vedevo l'ora di ricominciare a cantare e quando l'ho fatto è stato come la prima volta" racconta all'Adnkronos il soprano napoletano, che sabato sera salirà sul palco dell'Arena di Verona per tornare a vestire i panni di Abigaille in 'Nabucco', sotto la bacchetta di Daniel Oren e con la collaborazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Un momento importante per il soprano, che festeggerà la sua recita veronese numero 100 nei panni della figlia del re babilonese. "Ne ho cantante tante di Abigaille ma quella di sabato sarà emozionante, la sentirò molto - spiega il soprano -. L'opera sarà ambientata negli anni '40 durante la deportazione degli ebrei. La regia e la scenografia avranno momenti molto forti che ricordano quel bruttissimo periodo storico".

Considerata il soprano drammatico più interessante della sua generazione, Anna Pirozzi si sente Abigaille nell'animo. "E' una donna forte con tanta voglia di potere - sottolinea - ma è anche un personaggio molto sensibile, vuole solo un po' di amore da suo padre e dalla sua famiglia". Del personaggio verdiano, spiega, "mi affascina il suo cambiamento. Inizia con un carattere molto duro e aggressivo per poi terminare l'opera con una sensibilità e una remissione totali. Viene fuori la donna che è in lei, si capisce che tutta la sua rabbia è stata solo uno scudo per far emergere la sua vera indole di donna sensibile alla ricerca dell'amore".

Terzo titolo più rappresentato in assoluto della storia del Festival veronese, 'Nabucco' è anche l’opera che ha consacrato definitivamente la carriera di Giuseppe Verdi. Scritto in un periodo di lutto e profonda crisi dell’autore nemmeno trentenne, deve la sua nascita all’insistenza dell’impresario scaligero dell’epoca, che costrinse il genio di Busseto a lavorare sui versi del librettista Temistocle Solera. Il dramma è 'biblico' sin dalla definizione del libretto e, con allusioni e citazioni ai testi dell’Antico Testamento, narra la distruzione del tempio di Gerusalemme e la deportazione del popolo ebraico col profeta Zaccaria a Babilonia da parte di Nabucodonosor. A questo affresco storico si intreccia la vicenda romanzata delle figlie di Nabucco: la legittima Fenena e la ferina Abigaille, che contende alla sorellastra sia il trono babilonese sia l’amore d’Ismaele, della nazione nemica.

"E' un'opera monumentale, corale - rimarca Pirozzi - 'Va, pensiero' è il momento clou dell'opera, quello che tutti aspettano e dove ci si commuove, è come fosse l'inno nazionale". La parte di Abigaille è una delle più impervie che Verdi abbia scritto per un soprano: richiede potenza, flessibilità e agilità. Ma la sfida non spaventa Pirozzi, al contrario. "E' un ruolo che ho studiato bene tanti anni fa - spiega - conosco perfettamente i pericoli e gli ostacoli della parte, la affronto con serenità ma con la coscienza che è un ruolo difficile, vocalmente non comodo e non scritto perfettamente per un soprano lirico. Ci sono salti di ottave molto difficili che bisogna saper risolvere ma è nelle mie corde, lo canto da 10 anni e spero di poter continuare a farlo".

Pirozzi è un esempio vivente di come non ci sia età per innamorarsi dell’opera e costruirci su una carriera. Fino all'età di 25 anni Anna è stata una virtuosa cantante pop, poi l'incontro fulminante con il repertorio operistico. "Quando ne venni a conoscenza - ricorda - mi si aprì un mondo. Ascoltai le voci di Maria Callas di Di Stefano, Del Monaco e me ne innamorai. Fu un colpo di fulmine e dissi 'anche io voglio cantare così'. Oggi eccomi qui". Dopo il Conservatorio e una gavetta lunghissima nei teatri di provincia, a 36 anni Anna è salita sul primo palco importante al Regio di Torino nel ruolo di Amelia del 'Ballo in Maschera', e in soli 8 anni è diventata la regina dei teatri più prestigiosi del mondo, lavorando con artisti del calibro di Muti, Domingo, Metha, Oren, Pizzi, Hugo de Ana. Un successo misurabile anche solo guardando l'agenda dei prossimi mesi: "Dopo Verona prenderò una pausa estiva e poi sarò a Trieste al Teatro Verdi - sottolinea Pirozzi -. A settembre volerò a Tokyo, a ottobre sarà la volta di Monaco di Baviera con 'Turandot' e poi a novembre avrò un doppio ruolo alla Royal Opera House di Londra". Neanche a dirlo, nei panni di altre due donne forti e drammatiche: la luciferina Lady Macbeth e la temeraria Tosca.

(di Federica Mochi)

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