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Anticorpi monoclonali Covid, Rasi (ex Ema): "Non perdere tempo"

02 febbraio 2021 | 18.28
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'Bisogna imparare in fretta a usarli al meglio anche perché andranno cambiati se varianti imporranno correzione vaccini"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"L'Agenzia italiana del farmaco Aifa ha degli strumenti normativi che le permettono di dare subito indicazioni d'uso in emergenza per gli anticorpi monoclonali anti-Covid". E "l'auspicio è che possa trovare una modalità per utilizzarli al meglio senza perdere tempo, imparando in fretta a usarli in maniera tale da trarne il massimo beneficio". Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema, esprime questa speranza all'Adnkronos Salute, mentre è in corso la riunione della Commissione tecnico scientifica dell'Aifa sugli anticorpi monoclonali per la terapia di Covid-19.

Si tratta di "uno strumento ad alto potenziale", spiega l'esperto, docente di Microbiologia all'università di Roma Tor Vergata. Tuttavia, ricorda, "andrebbero somministrati entro le prime 72 ore dalla comparsa precoce dei sintomi" di infezione da nuovo coronavirus. "L'auspicio, dunque, è che dalla riunione della Cts Aifa escano indicazioni che consentano di trovare una modalità d'uso di questi prodotti nella finestra terapeutica nota".

Autorizzare un impiego d'emergenza, chiarisce Rasi, "permetterebbe di capire come usare meglio questi farmaci in maniera tale che, quando verranno approvati dall'Ema, se ne possa allargare la somministrazione già con grande confidenza". Non solo: "Imparare velocemente a utilizzare gli anticorpi monoclonali è importante - avverte - perché anche questi prodotti dovranno essere cambiati se le varianti di Sars-CoV-2 imporrano di 'correggere' i vaccini".

Gli strumenti che l'Aifa ha oggi per dire sì all'uso d'emergenza dei monoclonali sono gli stessi che l'ente regolatorio nazionale aveva già a settembre-ottobre, non nega Rasi. Forse quindi si poteva risparmiare tempo, anche se "l'uso dei monoclonali - tiene a puntualizzare l'ex numero uno dell'Ema - ha pagato le problematiche generali di tutta la sperimentazione delle terapie Covid, a parte quella dei vaccini: un grande frazionamento degli studi, con la conseguente difficoltà di raccogliere dati robusti in tempi brevi".

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