L'antropologo statunitense Stanley J. Tambiah, autore di fondamentali studi sul culto degli amuleti e i culti degli spiriti, e' morto a Cambridge, nel Massachusetts, all'eta' di 85 anni dopo una lunga battaglia contro il diabete e il Parkinson. L'annuncio della scomparsa, che risale al 19 gennaio scorso, e' stato dato ora a funerali avvenuti dall'Universita' di Harvard, di cui era professore emerito. Autore di una decina di libri, Tambiah aveva ricevuto nel 1997 il Premio Balzan per le scienze sociali e tra i riconoscimenti che gli sono stati conferiti figurano l'Huxley Medal of the Royal Anthropological Institute of Great Britain e il Fukuoka Asian Culture Prize. In italiano sono stati tradotti i suoi libri "Magia, scienza, religione" (Guida, 1993) e ''Rituali e cultura'' (Il Mulino, 1995). Tambiah e' autore, tra gli altri libri, di "Buddhism and spirit cults in northeast Thailand" (1970), "World conqueror and world renouncer" (1976), "The Buddhist Saints of the Forest and the cult of amulets" (1984), "Sri Lanka: Ethnic Fratricide and the Dismantling of Democracy" (1986), "Levelling Crowds" (1996). I primi lavori di Tambiah furono dedicati allo studio delle societa' e tradizioni buddhiste, soprattutto in Thailandia. In seguito ha centrato i suoi studi sull'analisi dei problemi contemporanei della violenza etnica nel sud-est asiatico. Nella sua opera il culto degli amuleti e i culti degli spiriti vengono collegati con i ben piu' vasti problemi del settarismo e del buddhismo millenario, e con la costruzione delle dinamiche in una societa' buddhista.