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Computer vision

App e computer vision descrivono la realtà a chi non lo vede

26 maggio 2021 | 07.08
LETTURA: 4 minuti

Portata alla ribalta da Annalisa Minetti, intervistata da Barbara D’Urso a Domenica Live, la telecamera My Eye è soltanto una delle tecnologie di supporto a chi ha problemi di vista.

 - Da Microsoft.com
- Da Microsoft.com

Il 3% della popolazione mondiale è affetta da disabilità visive, oltre 250 milioni di persone, circa 2 milioni in Italia. Le tecnologie come l'israeliana My Eye, possono dare una mano concreta. La telecamera si fissa agli occhiali e supporta le persone non vedenti o ipovedenti nella vita quotidiana. L’ha fatta salire alla ribalta dei media Annalisa Minetti, che ha mostrato il piccolo dispositivo in diretta tv a Domenica Live, intervistata da Barbara D’Urso. Ma è già sul mercato al prezzo di 4500 euro iva esclusa: grazie a un software di intelligenza artificiale inquadra in tempo reale quello che gli occhi della persona non possono vedere, per poi tradurlo in parole che vengono direttamente “sussurrate” all’orecchio di chi la indossa. Può memorizzare fino a 100 volti, 200 oggetti quotidiani, riconosce i colori, e per rendere l’esperienza ancora più naturale risponde a comandi gestuali: ruotare e guardare il polso come a leggere l’orologio fa sì che il device ci dica l’ora e la data, puntare o prendere in mano un oggetto lo fa inquadrare e riconoscere, seguire con il dito un testo scritto glielo fa leggere, e basta mimare lo stop per interrompere o mettere in pausa la lettura. Un supporto che potrebbe essere di aiuto non solo per non vedenti e ipovedenti, ma anche per chi ha problemi di dislessia.

Device di questo genere possono davvero cambiare la vita, anche se i costi, seppur in Italia parzialmente rimborsati dal servizio sanitario nazionale, sono elevati e per molti proibitivi. Non per questo però la tecnologia di computer vision dietro alla telecamera MyEye è riservata a pochi. Esistono app interamente gratuite che fanno un lavoro molto simile. La più tecnologicamente affine è Seeing Ai. Si inquadra con la telecamera dello smartphone l’ambiente circostante, e si ricavano informazioni che vengono lette da una voce (disponibile anche in italiano). Sviluppata da Microsoft, questa app ha le stesse funzioni della telecamera intelligente della OrCam. Legge un testo “al volo” (ad esempio un cartello stradale o un’insegna), acquisisce e legge intere pagine o documenti, riconosce e descrive i volti delle persone, riconosce i colori e le loro sfumature, ha una funzione “valuta” per indicare i diversi tagli di monete e banconote, fotografa e descrive scene e paesaggi, rileva e segnala con un bip di intensità variabile il livello di luce nell’ambiente, inquadra e legge i codici a barre dei prodotti. Un assistente virtuale che, anche se viene meno la comodità del device ad altezza occhi e si perde quindi un po’ di naturalezza, non ha molto da invidiare alle funzioni di MyEye, con il vantaggio del costo.

Oltre a Seeing Ai le persone ipovedenti e non vedenti hanno a disposizione una buona quantità di app per un supporto nella vita quotidiana. Sia IOS con VoiceOver che Android con TalkBack già da tempo dispongono di impostazioni integrate di accessibilità per non vedenti, che permettono agli utenti con problemi di vista di ascoltare quanto visualizzato sullo schermo del proprio device, e rispondere e interagire con comandi vocali. Molte app come Digit-Eyes e Audio Labels (a pagamento, per iPhone) e Item Identifier (gratis, Android) leggono i codici a barre e QR code decifrandoli in audio. Ma anche le stesse app di virtual assistant come Siri e l’assistente Google integrano comandi vocali per inviare mail, telefonare, fare ricerche sul web, avviare applicazioni, riprodurre musica.

Light Detector fa “sentire” la luce: acquisendo le informazioni sull’ambiente circostante attraverso la telecamera, l’app emette un suono più o meno acuto in relazione alla quantità di luce rilevata. Utile ad esempio per capire se le luci di casa sono accese o spente o se le tapparelle sono alzate. EValues consente invece di leggere i quotidiani presenti nel servizio, funziona tramite registrazione obbligatoria e presentazione del certificato d’invalidità al Centro Ricerche Scientifiche dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Ci sono poi app specifiche per ipovedenti che migliorano la leggibilità di testi e immagini ingrandendoli senza perdere definizione o aumentando il contrasto, altre ancora che leggono ad alta voce messaggi, documenti, pagine web, file pdf, programmi di dettatura (anche oltre a quelli già integrati nei più recenti sistemi operativi). E ancora: app gps che integrano informazioni audio sull’ambiente circostante o permettono di “visitarlo” in anticipo, preparandosi a cosa si troverà, o altre come MovieReading e CineAudioteca che aggiungono un’audiodescrizione ai film.

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