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Appello a Papa Francesco dell'Associazione Italia-Ucraina: "Parli con Kirill"

06 aprile 2022 | 15.11
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Il presidente Mario Tronca: "Vada a Kiev, può fare molto. E ai romani chiedo di donare peluche colorati per i bambini in arrivo"

Appello a Papa Francesco dell'Associazione Italia-Ucraina:

Un appello a Papa Francesco perché vada a Kiev e a Mosca per parlare con il Patriarca Kirill. A lanciarlo è Mario Tronca, presidente dell’associazione culturale cristiana Italia-Ucraina, attiva da 22 anni e nata per volere di Papa Giovanni Paolo II. Un appello che Tronca ha già avuto modo di rivolgere personalmente al pontefice. "Crimea e Donbass: la guerra in Ucraina per noi è iniziata 8 anni fa - racconta all'AdnKronos - per questo, lo scorso 29 dicembre, durante un incontro con Papa Francesco a cui ho portato un ragazzo invalido di quella guerra, ho detto al Santo Padre: 'Lei può fermare la guerra, la prego di parlare con Kirill” e il Santo Padre mi ha risposto: 'Mario, lo farò'".

Il Papa, continua Tronca, "aveva preventivato di andare a Kiev il 29 marzo, non ha fatto in tempo - continua Tronca - ma ha anche detto che andrà, se sarà utile. E io mi riservo di rinnovare la mia preghiera e chiedergli di andare perché sicuramente la guerra, almeno a Kiev, si fermerà in occasione del suo arrivo, prima e durante. Faccio un invito pubblico: Santità, Papa Francesco, vada a Kiev e vada anche a Mosca per incontrare Kirill, può fare davvero tanto, tanto".

Un appello al Pontefice ma anche ai cittadini di Roma, dove si trova la sede centrale dell'associazione: "Faccio un appello ai romani: chiedo di portarci peluche di colori vivaci e brioche confezionate singolarmente da offrire ai bambini ucraini appena arrivano, nel tentativo di togliere loro la maschera della paura. E di solito ci riusciamo. E poi, qualche pallone per farli giocare". In primo luogo, quindi, peluche, brioche e palloni per far sentire subito accolti qui in Italia i bambini in fuga dalla propria casa. E poi, c'è da mandare gli aiuti lì, in Ucraina. Cosa serve? "Medicinali, secondo l’elenco presente sul nostro sito, e viveri pronti da mangiare, non da cucinare: scatolette di tonno, carne in scatola…Perché in molte città ucraine non c’è acqua né elettricità e quindi non si può cucinare. Non serve più mandare vestiario, ci sono ancora qualcosa come 280 tir provenienti da tutta Europa ancora da smaltire ".

L'attività dell'associazione va avanti, non senza qualche difficoltà. "Siamo costretti a utilizzare il telefono fisso o GSM perché da un mese siamo vittime di continui attacchi hacker sui telefoni 4 e 5 G. Invece, utilizzando il GSM, su suggerimento della polizia postale, riusciamo ad essere raggiungibili". E in effetti, risulta impossibile parlare con il presidente Tronca utilizzando il suo normale telefono cellulare, la comunicazione cade improvvisamente e non c'è verso di riprendere la linea. Lui si arma di pazienza e richiama, dal fisso o usando un telefono GSM. Chi ha interesse ad attaccarli? "Il lupo cattivo", risponde Tronca e si fa una risata. Queste difficoltà, non lo fermano. L’associazione culturale cristiana Italia-Ucraina, è nata nel 2000 con l’obbiettivo di diffondere la cultura della solidarietà Cristiana, facilitare l’integrazione dei cittadini ucraini in Italia e l’interscambio socio culturale dei due popoli. Negli anni ha aperto sedi in tutta Italia, molte nel tempo sono state chiuse "avendo raggiunto l’obiettivo dell’integrazione della comunità ucraina in Italia", spiega Tronca, ma con lo scoppio della guerra sono state riattivate riprendendo immediatamente le attività.

Quasi 5mila mamme e bambini in fuga dall'Ucraina arrivati nella sede romana dell’associazione culturale cristiana Italia-Ucraina dall'inizio del conflitto, quasi 1000 nella sede di Pescara. Tutti collocati. " Il 70% dei profughi di Roma e del Lazio, finora circa 5000, sono arrivati da noi, maggiormente donne e bambini - spiega il presidente dell'associazione - degli ucraini che vengono da noi con i pullman, sappiamo quando partono, sappiamo quando oltrepassano la frontiera, sappiamo quando passano i controlli della polizia italiana e vengono registrati, sappiamo quanti di loro verranno accolti in Italia da amici e parenti e quanti invece non possono contare su questo tipo di accoglienza e noi, grazie alle famiglie italiane che hanno manifestato la disponibilità e grazie ai nostri angeli custodi della protezione civile, appena arrivano lo collochiamo, tutti".

"Dopo il tampone per il Covid effettuato al loro arrivo, in un’ora massimo due queste persone hanno assicurato vitto e alloggio. Nella nostra sede di Roma abbiamo accolto quasi 5000 mamme e bambini, in quella di Pescara quasi mille", continua Tronca sottolineando che da una settimana si sta assistendo al fenomeno di ritorno. "Nell’ultima settimana il flusso degli arrivi dall’Ucraina è calato di quasi il 40% e registriamo con piacere, in quest’ultima settimana, il ritorno in patria di molti di coloro che erano venuti una ventina di giorni fa. Siamo nell’ordine di un 15-20% di ritorni. Ieri da Roma e da Napoli, Salerno, Firenze abbiamo avuto circa 30 persone che sono ripartire, mamme con bambini. Faccio un calcolo sui posti dei pullman: se un pullman era arrivato pieno, ora torna in Ucraina con un 15-20% di persone".

"Domenica scorsa - racconta Tronca - due ragazzi di 13 e 14 anni affidati alla nonna che lavora qui in Italia, hanno voluto parlare con me per manifestare il loro desiderio di tornare dalla mamma rimasta in Ucraina. Naturalmente, essendo affidati a lei, mi sono assicurato che la nonna li accompagnasse in questo viaggio. Sono arrivati lunedì sera alle ore 18 e mi anno chiamato".

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