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Appello all'Ue, calmierare costi dei nuovi farmaci contro tumori del sangue

22 giugno 2017 | 16.54
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MEDICINALI  - FOTOGRAMMA
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La salute è un diritto, ma le pari opportunità sono un miraggio per molti malati che necessitano di diagnosi hi-tech e farmaci innovativi contro i tumori del sangue. "Sono potenziali salvavita ma l'accesso a queste terapie, complesse e costose, è precluso alla maggior parte dei pazienti del mondo. Le disuguaglianze sono grandi anche solo all'interno dell'Unione europea, con i problemi maggiori nei Paesi dell'Est e del Sud", dove i tempi e la possibilità di accedere alle nuove cure cambiano rispetto all'Europa del Centro-Nord: per intenderci, "da un lato la Germania e dall'altro il Portogallo, l'Italia, soprattutto la Romania". Lancia un appello a "politiche di accesso ai farmaci" e a "prezzi calmierati" Gianluca Gaidano, membro del Consiglio direttivo dell'Eha, la European Hematology Association riunita a Madrid per il 22esimo Congresso nazionale (22-25 giugno).

"E' necessario promuovere una maggiore sensibilità sul tema dell'accesso ai farmaci per tutti i pazienti che vivono un bisogno clinico", spiega all'AdnKronos Salute l'esperto, professore ordinario di ematologia all'università degli Studi del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro' e direttore di Ematologia all'ospedale Maggiore di Novara.

"E' auspicabile - esorta lo specialista - che a livello di Ue si valutino strategie che diano pari garanzie ai malati di tutti i Paesi membri. Perché il problema è che "mentre l'Agenzia europea del farmaco Ema con un'unica approvazione autorizza l'ingresso delle nuove terapie sui mercati di tutte le nazioni dell'Unione, il resto dipende poi dalle trattative nei singoli Paesi dove i tempi si diversificano", divaricando la forbice della disparità di accesso.

Gaidano ricorda come a livello globale "l'80% dei tumori infantili si sviluppa nei Paesi a basso-medio reddito", e "se parliamo di mondo è certo che la maggioranza dei malati non riesce ad accedere ai farmaci innovativi". In Europa dare percentuali è certamente "più difficile", ma "il ritardo nell'accesso alle nuove terapie è reale".

Un fenomeno che preoccupa soprattutto guardando ai numeri dell'"epidemia ematologica", così com'è stata dfarmaciefinita dai 'top 40' fra gli esperti del settore durante un simposio organizzato nel marzo 2016 all'Istituto europeo di oncologia di Milano: si calcola che nei Paesi occidentali ogni 3 minuti una persona si ammala di un tumore del sangue, con la leucemia e i linfomi in "crescita vertiginosa" nella terza età ("una bomba a orologeria" in una nazione ad alto tasso di invecchiamento come l'Italia), e i mielomi quali terza neoplasia più in aumento fra le donne e quinta tra gli uomini.

Il progresso nella diagnosi e nel trattamento hanno rivoluzionato il destino dei malati, le speranze di cura e di sopravvivenza, permettendo in vari casi di pronunciare la parola "guarigione", tabù fino a un recente passato. Proprio per questo "l'accesso alle cure è fondamentale", insiste lo specialista dell'Eha, perché "l'ematologia sta vivendo un momento speciale con tantissimi nuovi farmaci salvavita". I ritardi nell'accesso "riguardano anche il nostro Paese", dove però "l'Agenzia italiana del farmaco conduce buone trattative - tiene a precisare Gaidano - che anche per questo risultano a volte più lunghe". Il messaggio è generale e copre tutta la cartina dell'Ue: "Bisogna calmierare il costo dei nuovi farmaci - ribadisce - per renderli accessibili a tutti i malati che ne hanno bisogno".

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