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Torino

Appendino sfila alla Trans Freedom March

19 novembre 2016 | 19.11
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Foto Adnkronos
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"La Città di Torino ha sempre aderito a questa manifestazione. Ci tenevo ad essere presente perché è una delle minoranze meno tutelate e quindi credo che la presenza del sindaco sia significativa". Così la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che sta partecipando insieme alla Trans Freedom March, la manifestazione promossa dal Coordinamento Torino Pride in occasione del TDoR, la giornata internazionale dedicata al ricordo delle vittime della transfobia, che si celebra domenica. Partita da piazza Vittorio, il corteo si è concluso in piazza Carignano con la lettura dei nomi di alcune vittime della violenza transfobica. Per la Città di Torino era presente, oltre al sindaco Appendino, l'assessore alle Pari Opportunità, Marco Giusta. La manifestazione è dedicata quest'anno a Hande Kader, l'attivista Lgbt trovata morta lo scorso agosto alla periferia di Istanbul. 

Arcigay - Alla marcia partecipano Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, e Ottavia Voza, responsabile politiche trans di Arcigay. "Perché una giornata per ricordare le persone transgender violate ed assassinate? - dichiara Ottavia Voza - Perché fino al 1999, data di istituzione del TDoR, si trattava di vittime senza dignità di memoria e di identità. Nessun rapporto poteva comprendere quelle vite spezzate. Noi oggi non saremo né in testa né in coda, ma nel corpo vivo del corteo di Torino, così come faremo anche il 26 novembre a Roma, per la manifestazione in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. A Torino e a Roma con lo stesso spirito: 'Non una di meno', che è anche lo spirito con cui in questi giorni si celebra il TDoR in tante città italiane" . "È un'urgenza concentrarsi sull'allarme che questa giornata porta alla luce - prosegue Gabriele Piazzoni - e che raggiunge un picco di gravità, nella mappa europea, proprio in Italia. L'osservatorio del Trans Murder Monitoring del Tgeu ci racconta di cinque persone trans uccise nell'ultimo anno in Italia, un dato che conferma e ribadisce un primato infausto a cui non corrispondono purtroppo azioni di contrasto credibili ed efficaci. L'Italia indossa la maglia nera della transfobia: il nostro Paese per una persona trans è un luogo in cui vivere è difficile, se non addirittura pericoloso".

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