E' stato d'allerta all'aeroporto internazionale di Gedda in vista dell'arrivo di circa 4 milioni di pellegrini che da tutto il mondo confluiranno nei luoghi santi dell'Islam per il pellegrinaggio alla Mecca, che si svolgerà dal 3 al 5 ottobre. Dopo l'epidemia di Mers, che ha mietuto decine di vittime nel regno, le autorità di Riad sono ora "sul piede di guerra" per la minaccia rappresentata dal virus Ebola, come riferisce il sito della radio francese 'Rfi'.
E' stato d'allerta all'aeroporto internazionale di Gedda in vista dell'arrivo di circa 4 milioni di pellegrini che da tutto il mondo confluiranno nei luoghi santi dell'Islam per il pellegrinaggio alla Mecca, che si svolgerà dal 3 al 5 ottobre. Dopo l'epidemia di Mers, che ha mietuto decine di vittime nel regno, le autorità di Riad sono ora "sul piede di guerra" per la minaccia rappresentata dal virus Ebola, come riferisce il sito della radio francese 'Rfi'.
L'immensa hall dello scalo è stata trasformata in un vero e proprio "bunker sanitario" con dispiegamento di medici, infermieri e personale medico dotati di guanti e tuta di protezione, come ha spiegato Abdulaziz Bin Saaed, consigliere del ministro della Sanità saudita.
"Il personale medico è formato anzitutto a proteggere se stesso", ha dichiarato. "E' la cosa più importante, poiché se non sono protetti, non possono lavorare", ha aggiunto. Al momento di scendere dall'aereo, ogni pellegrino sarà obbligato a compilare un formulario medico e poi passare davanti a una telecamera termica.
Al minimo dubbio, la persona sarà immediatamente trasferita all'ospedale di Gedda. "Tutto questo lo facciamo non solo per proteggere la nostra popolazione, ma per proteggere il mondo intero da qualsiasi minaccia", ha detto il consigliere del ministro della Sanità.
Per evitare il diffondersi del micidiale virus, che secondo i dati dell'Onu sta provocando oltre 200 morti al giorno, le autorità sanitarie saudite hanno sconsigliato il pellegrinaggio alle donne incinte, agli anziani e ai malati cronici. Allo stesso tempo, è stato bloccato il rilascio dei visti ai pellegrini di Guinea, Liberia e Sierra Leone, i tre Paesi più colpiti dall'epidemia di Ebola.
