L'attacco che a Qatif ha fatto 21 morti
Il villaggio di al-Qadeeh riparte. Dopo il sanguinoso attacco della scorsa settimana, in "tempi record", è stata ripristinata la moschea danneggiata dall'attentato che ha colpito la comunità sciita del governatorato di Qatif, nell'Arabia Saudita orientale. Un gruppo di un centinaio di "volontari", si legge sul giornale online Arab News, ha lavorato senza sosta per la riapertura della moschea dell'imam Ali colpita dall'attentato rivendicato dal sedicente Stato Islamico (Is).
Già due giorni dopo la strage, scrive Arab News, i volontari erano all'opera per rimuovere tutte le tracce dell'attentato, ripristinare l'impianto elettrico e di condizionamento. E - ha spiegato uno di loro, Ahmad Al-Alawi - la moschea è tornata ad accogliere i fedeli.
L'attacco di venerdì scorso è costato la vita a 21 persone. Il gran mufti Abdel-Aziz al-Sheikh, la massima autorità religiosa saudita, ha denunciato un'azione "dolorosa e criminale" pianificata per "provocare una spaccatura tra i figli della Nazione". Gli sciiti rappresentano il 10-15% della popolazione del regno, baluardo del mondo arabo-sunnita che conta poco più di 27 milioni di abitanti. Riad è alla guida della coalizione di Paesi sunniti impegnati nella campagna militare contro i ribelli Houthi (sciiti) nel vicino Yemen e partecipa alla coalizione internazionale a guida Usa contro l'Isis.