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Arisa vince il Festival di Sanremo Critica premia Cristiano De André

23 febbraio 2014 | 12.57
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Arisa vince il Festival di Sanremo Critica premia Cristiano De André

Sanremo, 22 feb. (Adnkronos/Ign) - Arisa con il brano 'Controvento' è la vincitrice del 64mo Festival di Sanremo. Secondo classificato è il duo formato da Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots con il brano 'Liberi o no'. Terzo classificato Renzo Rubino con il brano 'Ora'.

"Io volevo vincere: se siamo qui e facciamo questa maratona, è inutile fare la corsa e poi voler scansare il traguardo. Se si corre il traguardo si taglia" ha detto Arisa alla conferenza stampa dei vincitori. La cantante è apparsa abbastanza calma e non particolarmente emozionata. "Sì è vero, sono calma - ha detto Arisa - mi agito quando devo cantare".

Di questo festival cambierebbe "i pronostici", tutto questo parlare "che ti leva la sorpresa. Questa dovrebbe essere la fiera della musica, gli artisti dovrebbero portare qui i loro progetti e basta. Quindi cambierei tutto questo scambio di informazioni date 'tanto per'".

L'artista crede di aver vinto perchè la sua canzone "è pop, ha un linguaggio forse più comprensibile: ma il fatto che siano sul podio anche brani come quello di Gualazzi e Rubino è un segnale che qualcosa sta cambiando".

Gualazzi commenta il secondo posto: "Sono contentissimo, non mi aspettavo questo risultato anche perché eravamo circondati da tanti autori importanti". Si tratta di un "successo totalmente inaspettato".

Contento del terzo posto Rubino: "Finalmente potrò portarmi a casa un ricordo diverso dall'anno scorso, che era una signora in prima fila con la bocca spalancata: adesso invece porto a casa il ricordo di questo premio, sono felice, stanco ma felice".

Cristiano De André con 'Invisibili' ha vinto il Premio della Critica 'Mia Martini' - Sezione Campioni e il Premio Sergio Bardotti per il Miglior Testo del festival. Ai Perturbazione è andato invece il premio della Sala Stampa Radio-Tv-Web 'Lucio Dalla'.

"Vi dichiaro marito e moglie finché Sanremo non vi separi". La finale di Sanremo 2014 si apre con la regolarizzazione della 'coppia di fatto' del festival: il matrimonio tra Fabio Fazio e Luciana Littizzetto viene celebrato dal sacerdote più amato delle fiction di Rai1, ovvero il Don Matteo interpretato da Terence Hill, che arriva sul palco dell'Ariston scendendo le scale con la sua inseparabile bicicletta.

Arrivano poi i due conduttori vestiti da sposi e raggiungono Don Matteo vicino all'altarino floreale collocato sul palcoscenico. L'attore convince Fazio a superare le sue perplessità mostrandogli il cinturone con pistola che ha sotto la tonaca. "Mi ha già convinto: ecco dove avevo visto già Don Matteo", dice Fazio riferendosi agli spaghetti western interpretati da Terence Hill. Anche Lucianina è dubbiosa. "Io preferirei fare la sua perpetua", dice a Don Matteo. Alla fine il sacerdote televisivo celebra l'unione e il gran finale è sulle note di 'Un corpo e un'anima' di Wess e Dori Ghezzi suonata dall'orchestra mentre i 'novelli sposi' intonano: "E non ci lasceremo mai".

Poi al via la gara fino a quando è la volta di Maurizio Crozza. "Abbasserò il pil ma aumenterò il pilates, passerò dalle tute blu al bluetooth, farò una riforma al mese e la prima riforma sarà far durare il prossimo mese di marzo due anni e mezzo". Non lo aveva provato ma poi, dopo un lungo monologo sulla grande bellezza contrapposta al disastro rimediabile e diverse frecciate all'Europa che "quando noi avevamo Giotto ancora dipingeva capanne con i wurstel", Crozza porta sul palco Matteo Renzi. A convincerlo Fabio Fazio che lo raggiunge alla fine del suo one man show portandogli parrucca e denti che indossa quando imita il segretario del Pd. "Non marzo come mese del fare ma fare di marzo il Paese del durare", prosegue il comico tra gli applausi della platea del Teatro Ariston con cui si era riappacificato dopo le contestazioni dello scorso anno entrando in scena protetto da uno scudo con un'enorme scritta 'Pace'. "Il successo non mi ha cambiato, sono io che ho cambiato il successo. Vorrei ricordarvi che la Disney sta facendo un film su di me 'Fighissimo me' 1 e 2 insieme".

Nel suo intervento Crozza canta anche un'aria d'opera, proponendo la rivisitazione di 'Madamina il catalogo è questo' dal 'Don Giovanni' di Mozart dedicato ad Angela Merkel e con un testo tutto giocato sulla 'svendita' di pezzi d'Italia come appunto in un catalogo. "Anghelina il catalogo è questo, di tesori ne abbiamo un fottio, con miliardi 240 rimontiamo Pompei a Berlino, con 300 seghiamo il Cervino, te lo montiam tra vasca e bidet, che da voi non c'è. E' un'offerta senza pari, se ti prendi pure Bari. Voi prendete la maestosa a noi rimane la mafiosa", canta fra l'altro il comico.

Renzi non è l'unico 'bersaglio' del monologo di Crozza. Parlando della grande bellezza contrapposta ai tanti disastri italiani ("basterebbe cambiare la parte del disastro in fondo") ricorda che "per dipingere la Cappella Sistina, Michelangelo è stato per dieci anni con la schiena curva: noi abbiamo dei politici che in 10 anni non sono riusciti a fare una legge elettorale e i piegati siamo noi". Crozza punta il dito anche contro la "cazzata più grande dell'universo" detta da John Elkann sui giovani che stanno a casa. "I giovani stanno a casa soprattutto perché non hanno ereditato la Fiat da tuo nonno", dice Crozza tra gli applausi. A Giovanardi ricorda invece che "600 anni fa a Genova c'erano le unioni di fatto, poi i genovesi hanno scoperto che il notaio non era gratis e siamo tornati alla famiglia tradizionale". Infine, parlando di Napoleone che avrebbe rischiato di nascere a Genova, scherza: "A Genova c'è già nato Beppe Grillo: ti immagini un altro pazzo mitomane. Sarebbe stato troppo".

Altro momento clou della serata il ritorno di Ligabue. I fan hanno assediato il Teatro Ariston già dalla mattina ma quando l'artista sale sul palco per il suo set nella serata del festival l'entusiasmo esplode anche in sala, tra cori e applausi, e culmina in una standing ovation. Ad annunciare l'arrivo del rocker è una clip di 'Tu sei lei', poi Luciano entra e accenna uno dei suoi più grandi successi, 'Certe Notti'. Quindi propone una versione acustica di 'Il giorno di dolore che uno ha'. E a seguire 'Il sale della terra' e il singolo attualmente in rotazione radiofonica, 'Per sempre'. Ancora applausi e galleria di nuovo in piedi e urlante. Fazio prova a farlo parlare del significato dei testi dell'album bestseller 'Mondovisione' anche in relazione al tema della bellezza che ha punteggiato tutto il festival. Lui accenna una risposta ma si ferma quasi subito: "Stiamo già finendo nello spiegone quindi ci fermiamo qui".

Uno spettacolo, quello della finale del festival, "molto bello, intenso, emozionante, con una grande partecipazione da parte del pubblico. Sono rimasta molto soddisfatta e anche emozionata" ha commentato il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in un giudizio raccolto da Isoradio.

Sul fronte degli ascolti, sono saliti a 10.415.000 gli spettatori della serata finale, con il 41,09% di share. Nella seconda parte il Festival e' stato visto da 7.042.000 spettatori con il 53,45%. Mentre la media ponderata dell'intera trasmissione e' stata di 9.347.000 spettatori con il 43,51% di share.

Il picco di ascolto è stato di 12.738.000 alle 22.09 durante il monologo di Maurizio Crozza, mentre quello di share è stato di 55,53% alle 0.15 durante la proclamazione dei tre finalisti.

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