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Arte: Bologna, 5 guardie e teca anti-proiettile per proteggere la ragazza di Veermer

07 febbraio 2014 | 16.45
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"Posso solo dirvi che il palazzo è un fortino e che nella stanza del dipinto ci saranno 5 guardie". Così Marco Goldin, curatore della mostra 'Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis' ha spiegato ai cronisti, oggi a Bologna, lo sforzo in materia di sicurezza messo in campo a Palazzo Fava per proteggere l'inestimabile dipinto di Veermer 'La ragazza con l'orecchino di perla' che da domani al 25 maggio sarà visibile al pubblico.

La piccola 'Monnalisa del Nord', icona della pittura olandese, si trova al piano nobile del palazzo di via Manzoni 2, a due passi da Piazza Maggiore, e campeggia in una grande sala da sola, blindata dietro ad una teca di vetro anti-proiettili fornito dalla ditta Tecton di Reggio Emilia. Nulla, ovviamente, è stato lasciato al caso nella preparazione della mostra, al fine di fornire le migliori condizioni di visibilità per gli spettatori ed il contesto ideale per la tutela delle opere. 

"Nelle stanze c'è una temperatura costante di 21 gradi e un'umidità fissa al 53%" ha rimarcato ancora Goldin. Ma ciò che colpisce di più al primo impatto, è la scelta delle luci, prodotte da Erco, che sono state curate da Goldind e dall'architetto Edoardo Gherardi di Castelfranco Veneto. "Ogni dipinto è illuminato da una luce calda e da una fredda - sottolinea Goldin - in modo da esaltare tutte le sfumature dei dipinti". Attorno la penombra, ma sulla parte alta delle pareti, di nuovo una fascia di luce "pensata per illuminare chiaramente gli affreschi delle sale" tra cui alcuni dei Carracci.

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