Se la Terra fosse un organismo vivente come credono alcuni scienziati, il rapporto dell'uomo con il pianeta sarebbe più forte, emozionante. E chi già spontaneamente lo vive in questo modo così, avrà voglia di fermarsi davanti ai quadri di Giuliano Pastori: 'Migrazione 2013', 'Oceania 2013', 'Americhe 2013'. Tre opere del percorso in mostra fino al 26 aprile alla Galleria Baccina Techne di Roma dal titolo 'Umanografie' che delineano inaspettate mappature grafiche nei quadri di Giovanni Bellini, smembrati, dissolti e infine ricomposti in una differente collocazione spazio-temporale e in un nuovo universo segnico.
Come è lecito, e quasi obbligatorio nell'arte, ognuno vede nei tratti e nei colori del creativo che ne ha fatto un'opera, qualcosa di diverso, di certo, però, da Pastori, arriva una sollecitazione 'silenziosa' e potente. Le figure si scompongono in un puzzle finale di elementi sparpagliati, che lascia intravedere una nuova superficie, geograficamente riconoscibile e precisa, pur nella trasparenza dello spazio e della materia.
Giuliano Pastori, artista emergente romano, classe 1975, ha preso parte alla 54° Biennale di Venezia ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti come i premi Terna, Celeste Prize e Artemisia. La sua poliedricità si sviluppa attraverso le più svariate tecniche, dalla pittura acrilica all'inchiostro, dagli smalti, alle sculture in plexiglass ed alle installazioni luminose. In 'Central Park' (2012) la complessità del segno d'inchiostro si fa intrico di bosco, misterioso buio, estenuata materia, per poi riposare su soffici coltri di candida neve senza ricordi. Sulla memoria sono invece costruite le sue rinascimentali immagini sacre, trasformate in attualissimi trattati di geografia politica, ''Umanografie'', per l'appunto.
