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Artigiani: meno regole per il lavoro. Groviglio fiscale come labirinto di Minosse

10 giugno 2014 | 11.23
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Il presidente di Confartigianato Merletti: “Gli italiani pagano 25 miliardi di tasse in più rispetto alla media Ue”. Poi la richiesta di un dibattito sulle riforme: la democrazia “si nutre di livelli intermedi di ascolto. Non bastano blog, Facebook e Twitter”

(Infophoto)
(Infophoto)

Contro la disoccupazione giovanile serve un mercato del lavoro “con meno regole e più semplici”. E’ così che per la Confartigianato di Giorgio Merletti sarà possibile aumentare l’occupazione. “Ce lo impongono i numeri della disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 43,3%, con punte ancora più drammatiche nel Mezzogiorno, una parte del Paese a cui bisogna guardare, invece, come leva strategica per rilanciare lo sviluppo: basta proclami!”, dice dal palco dell’assemblea generale. Una strada, “su cui abbiamo incontrato la sensibilità e il coraggio del ministro Poletti che ha recepito le nostre sollecitazioni, eliminando parte dei costi e dei vincoli che pesavano sui contratti a termine e sul contratto di apprendistato”, prosegue. Una “svolta positiva”, questa, ma ora il governo deve andare avanti: “Ci aspettiamo che il disegno di legge di riforma del lavoro prosegua su questa strada”, dice ancora Merletti che plaude anche al programma ‘Garanzia per i Giovani’.

Giù tasse, si pagano 25 mld in più della media Ue - Merletti invoca poi un taglio sostanzioso del fisco, che preme ormai sul 43,9% del Pil. “Gli italiani pagano 25 miliardi di tasse in più rispetto alla media Ue e dal 2008 ad oggi il fisco si è complicato alla velocità di una nuova norma a settimana”.

E basta con l’eccesso di burocrazia - Fisco più leggero, dunque, ma anche stop alla mole di adempimenti, scadenze, scartoffie che soffocano le imprese: “Tra aprile 2008 e marzo 2014, sono state approvate 629 norme fiscali, di cui 389 hanno portato nuove incombenze e costi burocratici”. Eppure, ricorda ancora Merletti, da quasi un anno giace in Parlamento un disegno di legge presentata da Confartigianato ‘a costo zero’ per lo Stato, “la cui rapida attuazione avrebbe consentito la riduzione di costi in capo alle imprese”. E simbolo di una ipercomplicazione è il settore della tassazione immobiliare: “Quella che doveva essere una riforma all’insegna della semplificazione si è trasformata nel groviglio Imu-Tasi-Tari sotto l’egida della fantomatica Iuc, che ha reso ingestibili i tributi locali” e creato, accusa ancora, un intrico sulle aliquote simile al “labirinto di Minosse”. “Anche il mitico Teseo non ne sarebbe uscito vivo”, ironizza chiedendo a gran voce il ritorno “a unica imposta sulla casa, accorpando la Tasi nell’Imu”.

No a riforme senza dibattito - No a riforme senza dibattito perché, osserva ancora Merletti, se non si ascoltano gli imprenditori il rischio è “che ci si accontenti di annunci rivoluzionari, senza che poi cambino davvero, nella realtà di tutti i giorni, i perversi meccanismi che frenano il Paese”. “Temiamo che sulle riforme non ci sia il dibattito serio che ci dovrebbe essere: si mette l’asticella della spending review ad un certo punto e si dà un taglio secco, con logiche a volte difficili da capire”, esemplifica dal palco dell’assemblea generale.

La democrazia, d’altra parte, prosegue Merletti, “si nutre di livelli intermedi di ascolto e di interpretazione. Bisogna essere in grado di cogliere la complessità. Non bastano blog, Facebook e Twitter”, prosegue. E’ sbagliato, dunque, ripete, “fare a meno di associazioni d’impresa e di ‘corpi intermedi’ ed accreditare una comunicazione diretta ‘potere-cittadini’, in un rapporto da uno a tutti mediato solo dalla mitica Rete”.

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