L’industria italiana del Gpl e Gnl è in grado di garantire un processo di decarbonizzazione
Le biomasse "sono state presentate come una soluzione green al problema del riscaldamento. Noi abbiamo certamente la responsabilità di aver contribuito ai livelli di emissione, e abbiamo a volte usato un modello di business e di sviluppo anche criticabile, ma il problema ambientale è sociale, non di una lobby di pensiero, e affrontare il problema dell'ambiente in modo serio significa studiare, migliorarsi e risolvere i problemi dell'ambiente. L'Italia, unica in Europa, si esprime a favore della biomassa legnosa come soluzione energetica sostenibile. Noi che non ci siamo mai arresi abbiamo iniziato a studiare con università e istituti di ricerca, in collaborazione con le Arpa: la biomassa ha un effetto negativo non trascurabile e un impatto sulla qualità dell'aria più preoccupante rispetto alle emissioni di CO2 che consente di risparmiare". Così Andrea Arzà, presidente di Assogasliquidi-Federchimica, in occasione dell'assemblea pubblica "Scenari di decarbonizzazione e sostenibilità: il ruolo dei gas liquefatti Gpl e Gnl".
"Quando abbiamo denunciato questo fatto - continua Arzà - eravamo soli, anche se dalla parte nostra avevamo università e ricerca, ma poi è arrivata una condanna dalla Corte Ue per le emissioni e quando con la pandemia abbiamo avuto una riduzione del traffico privato e pubblico di oltre l'80%, i livelli di poveri sottili nelle città e nel bacino padano non si sono abbassati, anzi. Coerentemente con l'aumento dei consumi energetici nelle case è addirittura aumentato".
L’industria italiana del Gpl e Gnl è in grado di garantire un processo di decarbonizzazione che risulti sostenibile sia da un punto di vista ambientale che socio-economico, ma serve un supporto coerente da parte della politica nazionale ed europea. Questo, in sintesi, il messaggio che Assogasliquidi-Federchimica, riunita in assemblea, rivolge al Paese e alle istituzioni nazionali che rappresentano l’Italia anche a livello europeo. “Ci rivolgiamo ai nostri rappresentanti politici nazionali ed europei affinché supportino coerentemente la crescita del Gpl e del Gnl. I segnali che arrivano dalla Commissione Europea non sono positivi", dice Andrea Arzà, presidente di Assogasliquidi-Federchimica.
"Gli aggiornamenti della direttiva Dafi sulla realizzazione delle infrastrutture per i combustibili alternativi e quelli della direttiva Etd sulla 'carbon tax' - aggiunge Arzà - potrebbero subire modifiche tali da non valorizzare correttamente i benefici derivanti dall’impiego dei prodotti gassosi. Questa sarebbe una sconfitta per il nostro Paese perché colpirebbe molte aziende e le circa 28.000 persone che ci lavorano".
"Se, al contrario - continua Arzà - le nostre imprese potessero investire con la sicurezza di non veder poi cambiare la strategia politica, i gas liquefatti accompagnerebbero la transizione energetica e il processo di decarbonizzazione garantendo contemporaneamente la sostenibilità economica e sociale del processo. E gli investimenti pubblici e privati consentirebbero di incrementare la produzione bio e rinnovabile, sino a coprire nel medio-lungo periodo l’intera domanda di prodotti gassosi. BioGpl e BioGnl sono già una realtà che non richiede alcuna trasformazione dei mezzi e dell’infrastruttura che oggi impiegano Gpl e Gnl".