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Assembramenti, Zaia: "Dalle città spettacolo immondo"

14 dicembre 2020 | 14.05
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Foto Fotogramma
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"Dalle città si è visto uno spettacolo immondo nello scorso fine settimana". E' il duro j'accuse lanciato dal presidente del Veneto oggi. Luca Zaia ha stigmatizzato duramente "la situazione, un assembramento che ormai è continuo. Io l'ho detto già in passato, moltissime volte: regioni con aree e fasce diverse dalla nostra come ad esempio il Friuli Venezia Giulia che è stato due settimane in area arancione, hanno ripreso la crescita dei contagi".

Così per il governatore del Veneto: "La partita degli assembramenti è la vera partita: ed è uno spettacolo immondo quello che è accaduto nel fine settimana nelle città del Veneto, in tutti i capoluoghi di provincia: sono stati letteralmente presi d'assalto". Per Zaia non c'è dubbio: "Capite che è difficile vincere una battaglia senza la collaborazione dei cittadini".

"Nel pomeriggio, alle 14.30 incontrerò i sindaci: sentirò le loro idee, perché sono loro che hanno il termometro della situazione reale nelle loro città. Di certo, qualcosa si dovrà fare, ma è una sconfitta dal punto di vista sociale", ha sottolineato Zaia. "Mi pare che una quota di popolazione deleghi il benessere collettivo alle autorità. Ma il contagio si diffonde grazie agli assembramenti, a condizioni di poco distanziamento, ed è immondo e vomitevole che ci sia una cultura strisciante, per fortuna minoritaria per la quale viene percepito come 'il virus dei vecchi'".

Zaia ha spiegato che "oggi con i sindaci discuteremo e troveremo insieme una soluzione fermo restando che anche a livello nazionale qualcosa si dovrà fare, ricordo però che la regione non ha forze i polizia, e i divieti devono essere fatti rispettare dalle forze di polizia dello Stato e degli enti locali", ha tenuto a precisare Zaia. Per il presidente del Veneto, comunque "la base di partenza sono le restrizioni dei festivi e prefestivi, ossia il tema sul quale sta lavorando adesso il governo".

"Mentre la Germania sta per decidere un lockdown totale noi pensiamo di aprire le scuole dal 7 gennaio. Se non viene garantita la sicurezza ho l'impressione che andiamo a farci male", è' il monito lanciato dal presidente del Veneto. "La scuola deve essere in presenza, ma in un quadro epidemiologico sicuro -ha avvertito- perché tutte le indagini epidemiologiche internazionali ci dicono che il rischio di contagi avviene proprio anche con i bambini a scuola e poi trasmettono in virus in famiglia".

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