L'assenza del lavoratore in malattia, trovato fuori casa dopo essere stato sottoposto a visita fiscale? E' sempre giustificata, purché la salute non ne risenta. A spiegare quando e come è possibile uscire senza trovarsi nei guai è Studio Cataldi.
"Al lavoratore - spiega il sito di informazione legale - è consentito assentarsi negli orari diversi da quelli previsti dalla visita fiscale, ad esempio per riprendere a svolgere le attività quotidiane. Ciononostante l'uscita non potrà pregiudicare il recupero delle energie e il conseguente rientro al lavoro: pertanto, in sede di controversia tra datore e lavoratore, bisognerà dimostrare che l'uscita o le uscite da casa non abbiano ritardato la guarigione, altrimenti il dipendente potrebbe incorrere in sanzioni disciplinari (ad esempio il lavoratore assente per lombosciatalgia sorpreso a sollevare pesi in giardino)".
"L'idea che l'abitazione non costituisca un luogo di forzata permanenza per il lavoratore in malattia - continua Studio Cataldi -, è avvalorata anche dalla sentenza n. 21/2008 della Corte di Cassazione (sez. giurisdizionale per la regione Trentino Alto-Adige) la quale ha precisato che, una volta andato via il medico fiscale, il dipendente non ha più l'obbligo di reperibilità e ha possibilità di assentarsi dalla propria dimora, purché ovviamente in tal modo non comprometta la propria guarigione, in quanto ha un dovere giuridico di non prolungare i tempi di recupero e di rientro al lavoro".