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Fisco: Assindatcolf, deducibilità per costo lavoro domestico

12 ottobre 2015 | 12.55
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Fisco: Assindatcolf, deducibilità per costo lavoro domestico

Novecento milioni di euro per rendere totalmente deducibile il costo del lavoro domestico, per far emergere dai 250 ai 350 mila lavoratori in nero e far risparmiare alle famiglie italiane, che in casa si avvalgono di una colf, badante o baby-sitter, fino a 5-6 mila euro l'anno. È questa la 'ricetta' proposta al governo dell'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, Assindatcolf, per rendere sostenibile o addirittura conveniente assumere personale domestico.

“Secondo un recente studio che abbiamo commissionato al Censis - ha spiegato il vicepresidente di Assindatcolf, Andrea Zini - in Italia 2 milioni e 158 mila famiglie si avvalgono dell'ausilio di un collaboratore domestico, mentre oltre 3 milioni ne avrebbero bisogno ma non possono sostenerne il costo. E ancora, dal 2010, è cresciuto del 3,1% il valore economico delle attività delle famiglie come datori di lavoro, che nel 2014 ammonta a 19 miliardi e 268 milioni di euro".

"A parlare sono quindi i numeri: rendere totalmente deducibile il costo del lavoro domestico non rappresenta solo una misura di equità, in considerazione del fatto che negli altri settori è da sempre una realtà, ma è soprattutto una necessità sociale", ha aggiunto.

"Secondo le nostre proiezioni - ha sottolineato - l'operazione costerebbe allo Stato 900 milioni di euro ma consentirebbe notevoli vantaggi, primo tra tutti la regolarizzazione del lavoro. Assindatcolf ha, infatti, calcolato che, su un totale stimato di circa 500 mila lavoratori che operano in nero, potrebbero essere regolarizzati dai 250 ai 350 mila addetti”.

E proprio i numeri saranno al centro del convegno che l'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico ha in agenda per il 18 novembre, a Roma, quando sarà presentata l'indagine completa commissionata al Censis, che ha il compito di stabilire con precisione costi e benefici dell'operazione.

“A trarne vantaggio - ha spiegato ancora Zini - sarebbero in primis le famiglie, che in questo momento di grande difficoltà economica riuscirebbero a recuperare fino a 5-6 mila euro l'anno, senza dimenticare, però, le positive ripercussioni che si avrebbero anche sulle casse pubbliche, con maggiori entrate in termini contributivi e minori costi sociali: meno pensioni sociali future, minore ospedalizzazione di anziani lungodegenti e risparmio dei relativi costi per il servizio sanitario nazionale”.

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