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Assitol: "Rilanciare la cultura dell’olio extravergine"

03 febbraio 2017 | 15.22
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Assitol:

Rilanciare la cultura dell’olio, riscoprendone il valore in cucina e nella dieta. E’ questo l’auspicio di Assitol, Associazione italiana dell’industria olearia, in occasione di OlioOfficina Festival, la grande manifestazione dedicata al mondo oleario, che si tiene in questi giorni a Milano.

“L’extravergine è un prodotto insostituibile - spiega Giovanni Zucchi, presidente dell’associazione - ma spesso considerato alla stregua di un condimento qualsiasi. Lo diamo per scontato sulle nostre tavole, ma il suo impiego è tutt’altro che banale. Una manifestazione come OlioOfficina Festival, che affronta l’universo oleario a tutto tondo, ci consente di ridare valore all’intera famiglia degli oli, sia d’oliva sia di semi”.

Molti dei grandi marchi italiani del settore, rappresentati da Assitol, parteciperanno agli eventi culturali, alle degustazioni e ai seminari scientifici previsti nell’ambito del festival. In tal senso, Assitol ribadisce l’importanza di sperimentare i tanti oli prodotti da aziende nazionali, diversi per provenienza e sapore. “Assaggiare prodotti differenti - osserva Zucchi - è il modo migliore per capire l’olio e valorizzarlo a tavola, accostando a ogni piatto l’olio più adatto". Inoltre, suggerisce il presidente degli industriali, “consigliamo di riscoprire un vecchio modo di fare merenda, salutare e adatto a tutte le età: pane fresco e olio extravergine”.

Nonostante la complicata campagna 2016-2017, l’Italia detiene ancora la leadership mondiale dell’export di olio extravergine confezionato (circa 400mila tonnellate), per un valore di quasi 2 miliardi di euro della nostra bilancia commerciale italiana, e con la realizzazione di un surplus di circa 120 milioni di euro. Secondo i dati Istat del periodo gennaio-ottobre 2016, gli Stati Uniti, primo acquirente mondiale del nostro extravergine, hanno visto incrementare l’import del 15,3%. Ottime le performance di Canada (+49%), Giappone (+10,2%) e Australia (+32%).

A preoccupare gli industriali, è il deficit storico di produzione nazionale, in media pari a 350mila tonnellate, rispetto al fabbisogno complessivo, che, tra consumi interni ed esportazioni, ammonta ad un milione di tonnellate.

“Confidiamo in un rapido e intelligente utilizzo dei fondi del Piano olivicolo nazionale, allo scopo di aumentare nei prossimi anni la produzione olivicola. Grazie a questo flusso di finanziamenti, una volta individuata la cultivar resistente e ottenute le autorizzazioni da parte della Commissione europea, ci auguriamo che anche il Salento, colpito dal grave problema della Xylella, possa finalmente debellare la patologia degli ulivi e tornare ad essere una zona d’eccellenza”, conferma Zucchi.

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