''Vogliamo andare via da qui - dice all'Adnkronos Massimo Nucera - Ci trattano come delinquenti, fanno controlli e sequestri e non abbiamo interlocutori nelle istituzioni. Se in Spagna piove, la gente può fare altro ma qui non c'è proprio gente, solo povertà"
"Siamo alla disperazione, c'è poco altro da dire". Massimo Nucera, rappresentante di Assobalneari in Calabria, è amareggiato per l'andamento della stagione balneare. Il clima poco mite ha scoraggiato le presenze in spiaggia ma i problemi non sono pochi.
''Vogliamo andare via da qui - dice all'Adnkronos Nucera - Ci trattano come delinquenti, fanno controlli e sequestri a tappeto e non abbiamo interlocutori nelle istituzioni. Se in Spagna piove, la gente può fare altro ma qui non c'è proprio gente, solo povertà. Questa è la realtà''. Lo stesso Nucera, che gestisce un lido sulla costa jonica reggina, ha dovuto ricorrere a lavori di adeguamento per mettersi in regola, riuscendo a terminarli soltanto ieri. E, nonostante lo sforzo, la clientela manca.
''Oggi è sabato e ho affittato sette ombrelloni su settanta disponibili, incassando settanta euro. Ho sette dipendenti in regola, a pranzo ho fatto solo quattro pasti. Come si fa ad andare avanti così? Ho l'impressione - sostiene Nucera - che il resto d'Italia non vuole far sviluppare la Calabria perché sanno che nessuno potrebbe competere con i nostri ottocento chilometri di costa, la sabbia bianca e il mare blu''.