cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 14:01
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Jobs act: Assolavoro, in decreti elementi criticità, serve risolverli

15 luglio 2015 | 09.36
LETTURA: 4 minuti

Audizione in commissione Lavoro del Senato

Jobs act: Assolavoro, in decreti elementi criticità, serve risolverli

“Pur riconoscendo il tentativo encomiabile di riordinare l’organizzazione e la gestione dei servizi al lavoro, gli schemi di decreto sulle politiche del lavoro saranno efficaci solo se sapranno mettere al centro del discorso le esigenze dei singoli utenti e se riusciranno a garantire tempi brevi per la loro ricollocazione nel mondo del lavoro". E' quanto ha detto Stefano Scabbio, presidente di Assolavoro, l'Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro espressione italiana di Ciett, nel corso dell’audizione tenuta ieri presso la commissione Lavoro del Senato della Repubblica, a cui ha partecipato assieme al direttore di Assolavoro, Agostino Di Maio.

"L’audizione è relativa -si legge nella nota- agli schemi di decreto legislativo n. 176 sulla semplificazione, n. 177 sulle politiche attive, n. 178 sull’attività ispettiva e n. 179 sugli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, attuativi delle deleghe di cui alla legge n. 183 del 2014".

"Le agenzie per il lavoro -ha aggiunto Scabbio- ritengono che sono presenti elementi di criticità che, se non affrontati, daranno luogo ad un provvedimento non solo inefficace nei suoi effetti, ma anche capace di incidere negativamente sull’operatività delle Agenzie per il lavoro, che rappresentano uno dei pochi asset efficienti del nostro mercato del lavoro".

L’audizione, che segue quella che si è tenuta il 30 giugno scorso presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati, punta l’attenzione su alcuni aspetti che, secondo Assolavoro, "andrebbero rivisti, per garantire una buona riforma del lavoro".

Secondo Assolavoro, "lo schema di decreto non garantisce l’unicità delle azioni e dei processi da cui scaturiscono i servizi e mantiene un approccio organizzativo fondato sulla centralità degli erogatori di servizi invece che sull’utente, costretto ad avere più interlocuzioni che non generano valore e con il rischio di perdere opportunità di lavoro che potrebbero essergli rivolte nel caso si fosse immediatamente attivato il servizio di politica attiva. Per evitare ciò occorre promuovere una logica di tutor di processo (o case manager) che tenga il filo conduttore delle azioni per evitare ripetizioni".

E ancora, sottolinea, "lo schema di decreto, nel definire i compiti del Ministero del lavoro e dell'Agenzia nazionale, ridisciplina i compiti di vigilanza e controllo della Pa in materia di fondi interprofessionali ed enti bilaterali, prevedendo una vigilanza e un controllo sulla gestione amministrativa unitamente a un’attività di indirizzo sulle attività di formazione svolte. Tale previsione si adatta male alle disposizioni di indirizzo e di controllo ai Fondi bilaterali della somministrazione e appare, quindi, incongruente e non realizzabile, di fronte agli obblighi dell'agenzia per il lavoro nei confronti del lavoratore".

Sul contratto di ricollocazione, spiegano da Assolavoro, "lo schema di decreto specifica l’ambito di operatività delle azioni sostenibili tramite l’assegno di ricollocazione e stabilisce che la scelta circa l’operatore con cui esercitare questa opzione spetti solo ed esclusivamente al lavoratore disoccupato. Il problema deriva dalla previsione secondo la quale l’assegno diviene esigibile dai soli lavoratori con disoccupazione superiore a 6 mesi. Si trascura, quindi, l’aspetto fondamentale -continua l'associazione- secondo cui per una valida attività di ricollocazione risultano determinanti i primi tre mesi successivi alla perdita del lavoro".

Sull'accreditamento e omologazione dei soggetti accreditati a livello nazionale ex art.4 e ex art.6 decreto legislativo n. 276/2003, "lo schema di decreto introduce ora -spiega la nota- la possibilità di specifici regimi di accreditamento dei servizi per l’impiego privati su base regionale, senza alcuna specificazione se si tratta di regimi integrati, sostitutivi o aggiuntivi rispetto al nuovo sistema di accreditamento nazionale dei servizi privati al lavoro. Il rischio, evidente, è quello di perpetuare, se non di amplificare ulteriormente, la confusione attuale".

Sull'Agenzia nazionale, spiegano da Assolavoro "è opportuno pensare a un Consiglio di amministrazione snello ma che abbia al proprio interno, o mantenga un rapporto stretto e vincolante, con chi svolge le funzioni operative da un lato, e quindi il sistema degli operatori privati, e chi dall’altro sviluppa le Politiche attive legate all’orientamento e alla formazione (Miur) e amministra le politiche di sviluppo economico (Mise)".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza