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Professioni: Assolirica, in riforma rafforzare settore spettacolo dal vivo

30 marzo 2017 | 15.51
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Professioni: Assolirica, in riforma rafforzare settore spettacolo dal vivo

"Auspichiamo vivamente che le istituzioni facciano una scelta forte, recependo tutte le giuste integrazioni evidenziate nel corso di questa e di altre audizioni precedenti, e che la nuova legge veda presto la luce rafforzando e non svilendo tutto il settore dello spettacolo dal vivo". Ad affermarlo Assolirica (Associazione nazionale artisti della lirica), dopo l'audizione in commissione Cultura del Senato in merito al ddl 2287-bis che riguarda la riforma dello spettacolo dal vivo. La delegazione di Assolirica era composta dalla presidente, Rosanna Savoia, dal vicepresidente, Domenico Balzani, che ha illustrato un documento programmatico, e dal consigliere Giampiero Cicino. Durante l'esposizione fatta da Balzani, Assolirica ha avuto modo di sottolineare alcuni aspetti della legislazione sullo spettacolo dal vivo che a suo giudizio necessitano di essere sanati, auspicando che ciò possa avvenire proprio all'interno del 2287-bis.

Nel dettaglio, Assolirica chiede di: definire lo status giuridico degli artisti lirici solisti, poiché le norme contrattuali alle quali si fa attualmente riferimento risalgono al 1932, in piena epoca fascista; prevedere che un rappresentante di Assolirica sieda nel Comitato per lo spettacolo dal vivo - Sezione Musica al Mibact, come già previsto con la legge Corona del 1967 e poi modificato con la legge 367 del 1996; introdurre una norma che riconosca il periodo delle prove come effettivo periodo lavorativo per l'artista solista, che attualmente non goda di alcun tipo di protezione per quel periodo.

E ancora: prevedere delle premialità o degli obblighi per i teatri affinché siano solventi in maniera regolare verso gli artisti ("una nota dolente oggi nella stragrande maggioranza dei teatri italiani"), salvaguardino l'eccellenza della Scuola del canto lirico italiano scritturando per la maggior parte artisti italiani o di Scuola italiana, prevedano la formazione di giovani artisti lirici attraverso Opere Studio, magari in sinergia con i Conservatori di musica, nell'ottica delle intenzioni della legge 508 sulla riforma dei Conservatori, che indica il terzo livello di studi (quello della ricerca).

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