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AstraZeneca in Italia e Ue, seconda dose e news Aifa

10 maggio 2021 | 15.35
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Le ultime notizie sul vaccino anti Covid Vaxzevria, gli ultimi dati relativi alle trombosi rare e le Regioni pronte ad accogliere le dosi rifiutate dai cittadini

(Afp)
(Afp)

Vaccino AstraZeneca in Italia e in Ue, seconda dose e ultime notizie dopo che la Commissione europea non ha rinnovato per il momento il contratto con l'azienda. Di oggi la nota dell'Aifa sulle trombosi rare. Dal quarto Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 pubblicato dall'Agenzia italiana del farmaco, relativo alle segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete nazionale di farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 aprile, emerge che in Italia, finora, sono state inserite nella rete nazionale di farmacovigilanza 29 segnalazioni di trombosi venose intracraniche e 5 casi di trombosi venose in sede atipica, segnalate dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid Vaxzevria* di AstraZeneca. La maggior parte di questi eventi (22 casi, 65%) ha interessato le donne con un'età media di circa 48 anni e solo in un terzo dei casi circa gli uomini (12 casi, 35%) con un'età media di circa 52 anni. Il tempo medio di insorgenza è stato di circa 8 giorni dopo la somministrazione della prima dose. "La valutazione dei casi italiani di trombosi venosa intracranica e atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria - osserva l'Aifa in una nota - è in linea con le conclusioni della procedura dell’Agenzia europea dei medicinali".

Sul fronte Regioni, il Piemonte si è detto disponibile ad accogliere le dosi di AstraZeneca in eccesso custodite nei magazzini di quelle regioni in cui i cittadini non vogliono vaccinarsi con questo tipo di vaccino. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha spiegato che in Piemonte le dosi di AstraZeneca ad oggi in giacenza devono essere tenute da parte per i richiami da garantire entro fine giugno, per questo le poche che restano disponibili vengono centellinate con non poche difficoltà per i medici di famiglia a proseguire le vaccinazioni data la carenza di vaccini. Di qui la disponibilità ad accogliere le dosi rifiutate da altri territori. Anche la Lombardia si è detta pronta ad accettare le dosi di AstraZeneca rifiutate dai cittadini di altre Regioni.

E Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria, ha sottolineato che "le dosi di vaccini di AstraZeneca e altri che non vengono utilizzate perché i cittadini le rifiutano devono essere messe immediatamente a disposizione delle Regioni in cui questi vaccini vengono somministrati perché favorevolmente accolti dalla popolazione. E' gravissimo che ci siano milioni di vaccini non utilizzati". "Come detto molte volte, chi rifiuta il vaccino vuol dire che non ne ha capito l'importanza. Devono essere premiate le Regioni in cui questi vaccini sono stati maggiormente utilizzati", ha evidenziato Bassetti.

Mentre sul vaccino anti-Covid di AstraZeneca il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'è desta' su Radio Cusano Campus, ha osservato: "Alcune Regioni hanno somministrato molte meno dosi rispetto ad altre, in Sicilia ad esempio siamo al 51%. Adesso il fatto che non sarà rinnovato il contratto dall'Ue potrebbe comportare ulteriore ritrosia da parte delle persone a fare questo vaccino".

Intanto la Struttura Commissariale nazionale ha disposto l’invio in Abruzzo di 35mila dosi aggiuntive del vaccino AstraZeneca. Lo fa sapere l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, che nella giornata di sabato aveva inviato una specifica richiesta al generale Figliuolo. “In occasione della visita del Generale – ha spiegato Verì – aveva prospettato la necessità di poter avere 35mila dosi aggiuntive di AstraZeneca, oltre quelle già programmate, in quanto con le attuali giacenze presenti nelle nostre farmacie potevamo avere difficoltà nel garantire le seconde dosi per il personale scolastico docente e non docente e per le forze dell’ordine. Questo perché nella nostra regione le rinunce a questa tipologia di vaccino sono state molto limitate rispetto ad altre aree del Paese e sono stati tantissimi gli over 60 e 70 che hanno ricevuto la prima somministrazione di AstraZeneca in queste settimane”.

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