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AstraZeneca, Lazio: "Ministero valuti consenso informato su seconda dose under 60"

16 giugno 2021 | 12.39
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L’Unità di crisi della Regione: "Vi sono alcune persone che in maniera consapevole chiedono di completare il percorso vaccinale con il medesimo siero"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Nonostante il no ad AstraZeneca per gli under 60 e l'ok al mix di vaccini per il rischiamo, "vi sono alcune persone che in maniera consapevole e informata chiedono di completare il percorso vaccinale per l’immunizzazione con il medesimo vaccino, ovvero AstraZeneca". Lo comunica l’Unità di crisi della Regione Lazio, annunciando che "per questa quota di persone abbiamo chiesto al ministero della Salute di dare un parere riguardo a uno specifico consenso informato affinché possa decidere il medico in scienza e coscienza, poiché è importante, per raggiungere l’immunizzazione, che siano completati i percorsi vaccinali". "Nessuno deve rimanere indietro con il richiamo, soprattutto di fronte all’insorgenza delle varianti", sottolinea l'Unità di crisi.

Sulla vaccinazione anti Covid "non c’è alcuna contrapposizione, come vogliono fare intendere alcuni organi di stampa, tra la decisione assunta dal ministero della Salute e la Regione. Nel Lazio abbiamo applicato per primi quanto stabilito dal ministero senza alcuna riduzione del numero delle somministrazioni giornaliere che è stabilmente al di sopra del target assegnato, e senza alcun problema all’interno degli hub vaccinali. Il tema è che vi è una quota di cittadini, ad oggi stimata intorno al 10%, nella fascia d’età 50/59 anni che rifiuta il mix eterologo", afferma in una nota l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

"Il punto - spiega D'Amato - è avere indicazioni chiare su come trattare questa quota, che merita la medesima attenzione di tutti gli altri e che non può rimanere nel limbo. Si tratta di decidere cosa fare con questi cittadini che rifiutano il mix eterologo. Lasciarli con un'unica somministrazione di vaccino, senza completare il percorso e senza di conseguenza rilasciare il certificato vaccinale? Oppure rimettere la valutazione al medico in scienza e coscienza? Noi crediamo che la strada sia quest’ultima ed è per questo che abbiamo sottoposto all’attenzione del ministero della Salute un’ipotesi di consenso informato, per permettere il completamento della vaccinazione, soprattutto in un momento in cui circolano varianti che potrebbero inficiare il percorso che ci porterà verso l’immunità".

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