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Atomik, la vodka che viene da Cernobyl

10 agosto 2019 | 12.04
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Ma il prodotto distillato da scienziati britannici, usando raccolti di campi abbandonati nella zona intorno alla ex centrale nucleare, non è ancora in commercio

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Scienziati dell'Università di Portsmouth, in Gran Bretagna, e in Ucraina hanno distillato una vodka da grano raccolto in una zona abbandonata nei dintorni della centrale nucleare di Cernobyl, teatro nel 1986 di uno dei più gravi incidenti della storia dello sfruttamento civile dell'energia nucleare. Anche l'acqua usata proviene dalla 'Zona di esclusione'.

La vodka 'Atomik' non sarà messa in commercio subito. Per il momento ne è stata prodotta un'unica bottiglia, per valutare gli effetti della contaminazione radioattiva sui raccolti. La buona notizia è che Atomik non è radioattiva, a 33 anni dall'incidente, grazie al processo di distillazione, che riduce le impurità, anche se "tracce di radioattività sono state misurate nel grano" usato per produrla, hanno commentato i ricercatori in un comunicato diffuso dall'università di Portsmouth nei giorni scorsi.

Il programma è quello di mettere in vendita Atomik. A farlo sarà la cooperativa "The Cernobyl Spirit Company", che donerà il 75 per cento dei profitti agli ucraini che vivono ancora nei dintorni della Zona di esclusione, nella 'Zona di alienazione' dove sono stati costretti a trasferirsi. La produzione, ancora sperimentale, preannuncia la Bbc, inizierà il prossimo anno.

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