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La parola agli esperti

Attacco hacker Usa contro Mosca "più propaganda elettorale che novità"

16 ottobre 2016 | 16.32
LETTURA: 4 minuti

(foto Fotogramma)
(foto Fotogramma)

Nulla di nuovo sotto al sole nello scontro tra Washington e Mosca a colpi di annunci di attacchi informatici governativi. L’unica novità è nella tempistica, che rende la vicenda più simile a propaganda elettorale che altro. Ne è certo più di un esperto di sicurezza informatica, a partire da Gastone Nencini, country manager di Trend Micro in Italia: "Sono cose che accadono ogni giorno – dice intervistato dall’Adnkronos – e basterebbe ricordare quanto oggi i governi utilizzino i sistemi informatici non solo per difendersi ma anche come meccanismo di offesa". Il problema, pone invece l’accento Nencini, sarebbe da ricercare nelle tecnologie utilizzate: "Di sicuro, per raccogliere informazioni non vengono utilizzati sistemi normalmente usati dagli utenti privati". Quindi, a conti fatti, difficilmente un ignaro cittadino potrà sapere se, quando e come sia stato attaccato.

Anche perché, fa eco David Gubiani, security engineering manager di un’altra società di sicurezza informatica, Check Point, "se è da una parte chiaro che tutto potrebbe accadere, dall'altra è un po' strano, quasi assurdo, che si annuncino gli attacchi hacker. I giochi sono stati già fatti, se questa era l’intenzione". Insomma, Washington fa la voce grossa sotto elezioni presidenziali, "un momento in cui dire nulla sarebbe peggio". Ma come si dice, can che abbaia non morde e, insiste Gubiani, "è chiaro che se avessero voluto farsi del male, l’avrebbero fatto senza dirlo anche perché mezzi e capacità li hanno entrambi i Paesi. Mi sembrano più giochi di potere che altro".

Però i tempi stanno cambiando. Perché, come fa notare Marco Gioanola, senior consulting engineer, services architect di Arbor Networks, "è la prima volta che fonti ufficiali statunitensi parlano di controffensiva digitale" rendendo la cosa pubblica, quando di solito i governi utilizzano strumenti tecnologici sottobanco: "Pensiamo a Stuxnet, il malware che è stato utilizzato per bloccare gli impianti nucleari iraniani, dietro il quale c'erano proprio gli Usa e Israele".

Al di là di propaganda elettorale, giochi di potere o cani che non mordono c’è, secondo il manager, un aspetto preoccupante: "Oggi chi gestisce le infrastrutture critiche di un Paese si affida sempre di più a strumenti digitali estremamente complessi, senza rendersi conto di non averne il completo controllo". E Gioanola fa un esempio chiaro, che potrebbe preoccupare chiunque: "Anche se fosse in commercio, nessuno comprerebbe un’auto senza cinture di sicurezza. Ma questo non vale per chi compra sistemi informatici", che spesso le cinture non le hanno nel momento del bisogno.

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