
L'ex Capo di Gabinetto del Ministro Casellati: "Riforma opportuna ma sia sviluppata in conformità a quadro costituzionale. Senza lep su sanità e istruzione si divide Italia"
Il disegno di legge sull'autonomia differenziata arriva in Consiglio dei ministri. "Il problema aperto di questo disegno di legge è stabilire con quale fonte vadano definiti i Lep (livelli essenziali delle prestazioni - ndr). Attualmente si prevederebbe che spetta al governo con un Dpcm. Tuttavia è più conforme al disegno costituzionale pensare che sia la legge a individuare e stabilire i Lep, perché i diritti delle persone possono e devono essere disciplinati con atto del Parlamento. E' opportuno modificare questo punto". Così il costituzionalista Alfonso Celotto, fino a qualche giorno fa capo di gabinetto del ministro delle Riforme Elisabetta Casellati, risponde all'Adnkronos sull'opportunità che i Lep siano determinati dal Governo.
Secondo Celotto, "oggi va in Cdm un disegno di legge che cerca di stabilire il meccanismo per arrivare a queste intese, ma è importante ricordare che bisogna garantire i livelli essenziali delle prestazioni, Lep, su tutto il territorio nazionale perché questi sono i presupposti di ogni forma di autonomia tesa a garantire i diritti". Il testo sull'Autonomia predisposto dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli metterebbe a rischio l'unità del Paese? "Dipende da come è attuato: su sanità e istruzione senza livelli di garanzia si rischia di dividere l'Italia. L'Autonomia va costituita come opportunità, non come modo per dividere - risponde - Adesso stiamo stabilendo il campo su cui si gioca, l'importante è che in questa fase ci siano alcune garanzie, come sono i lep".
Celotto non ha dubbi: "L'autonomia differenziata è una opportunità ma deve essere sviluppata conformemente al quadro costituzionale. La nostra è una Repubblica una e indivisibile (articolo 5), che deve garantire i diritti fondamentali in maniera eguale su tutto il territorio nazionale ed anzi deve rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione alla democrazia (articolo 3). L'articolo 116 comma terzo nasce nel 2001 per rendere più flessibili le competenze sui territori. Da allora - conclude - non si è ancora individuato il meccanismo per consentire alle regioni di stipulare una intesa con lo Stato per avere più autonomia su determinate materie. (di Roberta Lanzara)