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Autostrade, revocati domiciliari a ex ad Castellucci

03 dicembre 2020 | 16.36
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Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Revocati gli arresti domiciliari a Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi e Atlantia, arrestato l'11 novembre scorso nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere antirumore. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Genova, stabilendo per il manager una misura interdittiva. Resta ai domiciliari invece l'altro manager arrestato, Michele Donferri Mitelli, ex dirigente di Autostrade.

"Siamo molto soddisfatti per la revoca dei domiciliari. Avevamo detto sin da subito che la misura ci sembrava sproporzionata. Aspettiamo di leggere le motivazioni". Così l'avvocato Carlo Longari, legale di Castellucci, dopo la decisione del Tribunale del Riesame.

“Il tribunale del riesame di Genova ha riconosciuto la necessità di revocare gli arresti domiciliari, restituendo la libertà all’ing. Castellucci. Si sottolinea che i contenuti relativi alla pretesa responsabilità a carico dell’indagato, riferiti nell’ordinanza del tribunale, rappresentano una valutazione puramente indiziaria e non costituiscono un giudizio di merito il quale sarà affidato al giudice del dibattimento dinanzi al quale il dott. Castellucci dimostrerà la sua piena estraneità ai fatti". Così, in un nuovo commento, i difensori di Giovanni Castellucci, Adolfo Scalfati e Longari.

"Si rimarca, inoltre, che le valutazioni indiziarie espresse dal tribunale del riesame sono il frutto delle sole produzioni e articolazioni accusatorie: la difesa ha chiesto al tribunale esclusivamente di valutare se l’arresto fosse misura compatibile con la posizione dell’ing. Castellucci e non anche di riesaminare il merito della vicenda, considerata l’impossibilità, nei tempi così brevi della procedura di riesame e dinanzi ad un dossier accumulato dall’accusa in un anno d’indagini, di dedurre argomenti e produrre documentazione contrari; la scelta difensiva di omettere ogni replica sulla pretesa responsabilità dell’ing. Castellucci è stata peraltro necessitata dal deposito, da parte della Procura della Repubblica, di ulteriori 5600 pagine di atti investigativi effettuato tre giorni prima dell’udienza dinanzi al tribunale di Genova, con intuibile difficoltà di estrarre copia, esaminarli e controdedurre”.

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