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Expo: aziende e 'lavoro agile', con SmartforExpo polizze e servizi

31 marzo 2015 | 15.38
LETTURA: 4 minuti

A Milano l'associazione ha deciso di provare a risolvere, per i sei mesi di Expo 2015, i problemi delle aziende che intendono avvicinarsi allo smartworking, e promuovere i suoi benefici: maggiore benessere per i dipendenti e organizzazione più efficiente del lavoro

Uno degli spazi della sede milanese di UniCredit Business Integrated Solutions dedicata allo smartworking
Uno degli spazi della sede milanese di UniCredit Business Integrated Solutions dedicata allo smartworking

Prima di tutto sgomberare il campo: il cosidetto lavoro agile non è il telelavoro, non è il lavoro precario, non è il lavoro 'per donne'. Più vicino ai concetti di co-working e flessibilità, lo smartworking ricerca il benessere individuale, l'impatto ambientale contenuto e l'efficienza nell'organizzazione del tempo. A Milano, è nata un'associazione chiamata SmartforExpo che ha deciso di provare a risolvere, per i sei mesi di Expo 2015, i problemi delle aziende che intendono avvicinarsi allo smartworking, e promuovere i suoi benefici.

In città mancano ormai trenta giorni all'Esposizione e le aziende dovranno fare i conti con la 'mobilità' richiesta ai propri collaboratori. Con la collaborazione di Zurich Italia, ad esempio, SmartforExpo consente alle aziende di ottenere una polizza assicurativa integrativa "attivabile in giornata, con una copertura da definire su base giornaliera". 'Variazioni', società di consulenza, aiuta con pacchetti specifici chi intende sperimentare lo smartworking. Telecom Italia/Tim e Plantronics offrono soluzioni - dal centralino virtuale alla videocomunicazione - per comunicare 'in smartworking', mentre Car2Go, in accordo con SmartforExpo, farà sconti ai suoi associati.

L'idea di SmartforExpo nasce dalle esperienze professionali delle due fondatrici: Anna Zavaritt e Valeria Farina. Con competenze nella comunicazione e nella consulenza aziendale, facendo tesoro dei risultati della 'Giornata del Lavoro agile' organizzata dal Comune di Milano, intendono promuovere una sperimentazione più ampia sia in termini temporale che territoriali, chiedendo alle aziende che aderiranno all'associazione di consentire "ad almeno il 10% della propria popolazione aziendale" di poter lavorare a casa due giorni al mese.

Chi, al convegno 'Sperimentare lo smartworking nei giorni di Expo', ha portato la sua esperienza è stata UniCredit, pioniera dello smartworking. "Il progetto smartworking di UniCredit intende coinvolgere undici sedi e 23mila persone entro il 2018", spiega Paolo Gencarelli, responsabile Group Real Estate UniCredit. Il gruppo ha riorganizzato gli spazi, nelle sue sedi, puntando sugli aspetti "della condivisione e della specializzazione degli ambienti".

Il vero tema, tuttavia, "è il cambiamento culturale". Il modello dello smartworking non si basa sul tradizionale controllo da parte del manager sul lavoratore ma sulla "responsabilizzazione, sulla fiducia e sul focus sul risultato". A Milano, l'obiettivo al 2018 è quello di arrivare a coinvolgere 4mila persone - con lavoro da casa o dal city hub un giorno alla settimana - e permettere così, calcolando una distanza media di 19 chilometri dall'ufficio, di risparmiare 2,5 mln di chilometri percorsi all'anno e 45 ore a persona. In questo modo, ci sarebbero anche 500 auto in meno in città.

Anche Abb, la multinazionale con sede a Zurigo, ha iniziato un percorso di smartworking: a febbraio 2015 hanno aderito in 642, per 34% donne e per il 66% uomini con 7600 ore di lavoro agile in tutto e quindi 100 ore di spostamenti risparmiate. A marzo, le adesioni sono aumentate: 714 partecipanti totali per un totale di 9.052 ore di lavoro.

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