(Aki) - Una rivoluzione permanente. Il 14 febbraio di tre anni fa scoppiavano in Bahrain, con la Quinta flotta navale statunitense davanti alle coste, le prime proteste contro la monarchia sunnita degli al-Khalifa al potere da quattro decenni per chiedere, sulla scia delle rivolte in Tunisia ed Egitto, riforme politiche ed economiche. Oggi, come riferiscono alcuni media nella regione, nei pressi di Manama si sono registrati nuovi scontri tra manifestanti e polizia, come quelli che negli anni passati per mesi si sono verificati alla periferia della capitale del piccolo 'Regno dei due mari' e in altre zone del Paese, dove il 70% della popolazione e' sciita.
Pochi giorni fa le autorita' di Manama, che ribadiscono la la volonta' di rilanciare il 'dialogo nazionale' con le opposizioni, erano tornate a minacciare il pugno duro e la polizia aveva fatto sapere di aver rafforzato le ''misure di sicurezza'' in risposta agli annunci di nuove mobilitazioni da parte dei gruppi delle opposizioni, che chiedono per il Bahrain un governo eletto. Per il capo della Pubblica sicurezza, generale Tariq Al Hassan, non saranno tollerate ''azioni illegali e violente''.
La Coalizione del 14 Febbraio, movimento dell'opposizione, ha invitato la popolazione a scendere in piazza sotto lo slogan 'Sciopero per l'orgoglio'. Il partito all'opposizione al-Wefaq ha annunciato una serie di ''attivita' organizzate'' in tutto il Paese e ha proclamato per oggi uno sciopero generale. (segue)
.jpg)
.jpg)
