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Banca Etruria, Pier Luigi Boschi assente su banco testimoni

25 marzo 2021 | 10.31
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In ragione della sua volontà di non deporre, l'avvocato Pellizzari ha detto in aula di rinunciare alla convocazione del teste

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

E' saltata la deposizione di Pier Luigi Boschi. Il padre dell'ex ministra Maria Elena, capogruppo di Italia Viva alla Camera, era stato convocato questa mattina in qualità di testimone alla nuova udienza del processo in corso davanti al tribunale di Arezzo sul filone principale del crac di Banca Etruria, quello che riguarda la bancarotta fraudolenta e semplice dell'istituto di credito aretino e che vede 25 imputati, tra ex componenti dei cda e dirigenti.

Boschi, ex vice presidente dell'istituto di credito aretino dichiarato insolvente nel 2015, era stato citato dalla difesa dell'imputato Alberto Bonaiti, ex membro del cda di Banca Etruria, rappresentato dall'avvocato lecchese Stefano Pellizzari. Boschi non si è presentato nell'aula di giustizia, allestita nella Sala dei Grandi del Palazzo della Provincia di Arezzo (per le norme anti Covid) per sedere al banco dei testimoni.

Tramite il suo avvocato Gildo Ursini, Boschi aveva anticipato nei giorni scorsi la sua volontà di avvalersi della possibilità di non rispondere alle domande del presidente del collegio del tribunale, Gianni Fruganti, del pubblico ministero Julia Maggiore e degli avvocati difensori in quanto imputato in un procedimento collegato. Boschi è, infatti, uno dei 14 imputati del processo sulle cosiddette consulenze d'oro di Banca Etruria, anch'esso in corso davanti al tribunale di Arezzo.

In ragione della volontà di Boschi di non deporre, l'avvocato Pellizzari ha detto in aula di rinunciare alla convocazione del teste. Alla rinuncia non si è opposto il pubblico ministero Maggiore. Con Boschi erano stati convocati come testimoni anche altri imputati nel processo sulle consulenze d'oro, che riprenderà il 31 marzo.

In aula come teste è stato sentito, tra gli altri, Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Fu proprio il mancato intervento del Fondo a contribuire alla risoluzione di Banca Etruria, che nel 2015 condivise lo stesso destino con Banca Marche, Carichieti e Cariferrara.

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