Sì alle iniziative di settore per gestire i crediti deteriorati. No all'utilizzo di risorse pubbliche per una 'bad bank'. E' la posizione del Tesoro. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, si legge in una nota, "guarda con favore a tutte le iniziative che gli operatori del credito e della finanza stanno mettendo in campo per alleggerire il proprio patrimonio dai prestiti deteriorati, liberando così capitale da impiegare a sostegno delle imprese e dei consumi".
In Italia, si spiega, "questo settore può beneficiare delle innovazioni rese possibili da pratiche già diffuse in altri paesi e per le quali esiste una consistente esperienza presso diversi operatori internazionali, tra i quali il ministro Saccomanni ha raccolto manifestazioni d'interesse per il mercato italiano, anche durante le sue visite ai mercati finanziari di Londra e New York".
Su questa stessa linea, "si è espresso recentemente anche il Governatore della Banca d'Italia, il quale ha auspicato un'evoluzione del settore nella direzione di una razionalizzazione della gestione dei crediti, attraverso maggiore efficienza delle procedure e trasparenza negli attivi. Il Governatore ha anche ricordato che interventi più ambiziosi sono possibili". Il Governo, ricorda il Mef, "contribuisce con la propria azione a rimuovere le cause della stretta creditizia anche attraverso fondi di garanzia e veicoli di sostegno degli investimenti - quali la Banca Europea per gli Investimenti e il Fondo Italiano d'Investimento - e valuta positivamente iniziative anche di natura consortile di operatori di settore ma ritiene che a tale scopo non sia necessario l'impiego di risorse pubbliche nazionali o comunitarie".