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Banche, Morando (Pd): "Da fondazioni stabilità, ma ora riducano quote"

08 febbraio 2014 | 15.28
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Banche, Morando (Pd):

Le fondazioni bancarie ''hanno garantito la stabilità del sistema'' consentendo alle banche italiane di affrontare meglio di altri paesi la crisi finanziaria, ma ora occorre ''accelerare il processo di contenimento'' della loro partecipazione nelle banche stesse. E' quanto sottolinea all'Adnkronos Enrico Morando, esponente del Pd ed ex presidente della commissione bilancio del Senato, che evidenzia come nel tempo non ci sia stata ''una efficace vigilanza del Tesoro'' sul processo riduzione delle quote delle fondazioni nelle banche.''Quando il sistema bancario -spiega- è stato investito dalla crisi che ha colpito il sistema finanziario mondiale ed europeo avere in Italia degli azionisti delle banche che operano con un'ottica di lungo periodo è stato un elemento di vantaggio.

Le fondazioni si sono dimostrate un punto di forza del sistema sopportando lo sforzo di patrimonializzazione delle banche. E ciò è stato un aspetto indubbiamente positivo''.

''Per contro -osserma Morando- alcune fondazioni hanno interpretato il loro ruolo come controllo assoluto della banca e non come socio di riferimento. Ciò ha comportato una concentrazione su una banca (come nei casi di Mps, Carige e Banca Marche), che si è rivelata un rischio sia per la banca che per la fondazione stessa. Quando il patrimonio viene utilizzato per il controllo di una banca se questa va male affonda anche la fondazione. Nei casi di Mps, Carige e Bnaca Marche, le fondazioni hanno finito per ostacolare la ricapitalizzazione della banca di riferimento''.Per Morando aveva ragione Cralo Azeglio Ciampi quando da ministro del Tesoro portò in Parlamento ''la norma per il progressivo ridimensionamento delle fondazioni nelle banche affinchè non ci fosse un eccesso di rischio per la fondazione e per la banca un azionista che finisce per essere di ostacolo alla eventuale necessità di ricapitalizzazione e patrimonializzazione''.Insomma, ad avviso di Morando, ''il tentativo di resistere alla riduzione delle quote ha costituito in alcuni casi un elemento di difficoltà. In tutto ciò c'è certamente stato nel tempo un difetto di vigilanza del Tesoro sulle fondazioni affinchè l'ececsso di concentrazione venisse meno. Mentre Bankitalia ha sempre esercitato con scrupolo la vigilanza sulle banche il Mef non sempre ha svolto al meglio il suo compito di vigilanza sul patrimonio delle fondazioni''.

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