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Banche: Ue, via libera a schema sofferenze Italia

10 febbraio 2016 | 13.39
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Banche: Ue, via libera a schema sofferenze Italia

"I piani dell'Italia per cancellare i prestiti in sofferenza dai bilanci delle banche non comportano aiuti di Stato". Così in una nota la Commissione Ue dà il via libera alle misure per smaltire le sofferenze che approverà stasera il Consiglio dei ministri. Misure che rientrano in un pacchetto più ampio con le norme per semplificare i fallimenti bancari e la riforma delle Bcc verso una maggiore integrazione, tra gli altri.

"Nell'ambito dello schema di garanzia statale scelto dalla autorità italiane, lo Stato sarà remunerato in linea con le condizioni di mercato per il rischio assunto concedendo una garanzia sui prestiti cartolarizzati in sofferenza. In questo modo si formalizza l'accordo raggiunto dal Commissario Vestager e dal Ministro Padoan lo scorso 26 gennaio", spiega l'esecutivo Ue nel testo. "Se uno Stato membro - aggiunge - interviene come farebbe un investitore privato ed ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l'investitore privato, l'intervento non costituisce un aiuto di Stato".

"Le decisioni assunte oggi dimostrano che la normativa dell'Ue mette a disposizione degli Stati membri vari strumenti per avviare il risanamento dei bilanci delle banche, con o senza il ricorso agli aiuti di Stato", afferma Margrethe Vestager, commissario Ue responsabile per la Concorrenza. "La Commissione - prosegue - in questo contesto si limita a garantire che le misure scelte dai governi nazionali non producano un eccessivo aggravio sulla spesa pubblica o una distorsione della concorrenza nell'Ue".

"L'efficacia di questi sistemi verrà potenziata dall'affiancamento di riforme nel settore bancario e nell'economia in generale", sottolinea il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, responsabile per l’Euro e il dialogo sociale. Le misure italiane "dimostrano che gli Stati membri stanno dedicando una sempre maggiore attenzione a questo problema, e confermano la possibilità di progettare soluzioni che non prevedano aiuti di stato".

Scritte di fatto insieme alla Commissione europea e frutto di una serrata trattativa durata oltre un anno, le misure italiane sono ben lontane dalla bad bank classica alla maniera spagnola oggi vietata dalle norme Ue sugli aiuti di Stato

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