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Banche, Vianello (Bnl-Bnp Paribas): "Stranieri pronti a comprare sofferenze"

09 marzo 2016 | 08.00
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Banche, Vianello (Bnl-Bnp Paribas):

Non sarà una panacea per le sofferenze delle banche italiane, ma lo schema di garanzia pubblica (Gacs) potrebbe sbloccare il mercato dei non-performing loan, portando i maggiori istituti a vendere alcuni dei loro portafogli. Alla vigilia del meeting del Consiglio direttivo della Bce, la visione offerta dagli esperti di Bnl-Bnp Paribas è ottimista sul futuro del comparto bancario. "C'è la fila degli investitori che si vogliono comprare le sofferenze. Ci sono tantissimi investitori e sono investitori esteri", svela Gabriele Vianello, head of global markets for corporate Italy, a margine della Bnl-Bnp Paribas 2016 Corporate Conference a Milano.

Ricordando che la normativa sulla cartolizzazione - la legge 130 - è del 1999, sottolinea che "adesso devono soltanto trovare la quadra della forma tecnica di come far ripartire questo mercato"; uno strumento che "non ha un impatto solo in Italia, ma anche a livello europeo". Se gli interessati non mancano, si tratta "di processi lunghi - aggiunge Stefano Sbranchella head of global markets Italy, Bnp Paribas -, sono decisioni che passano attraverso i comitati" e non solo; poi "restano gli aspetti tecnici che fanno sì che siano cose che non si possono risolvere in poche settimane. Questo non vuol che sarà un successo e risolverà tutto, ma vuol dire che si va nella giusta direzione".

Il tema delle cartolarizzazioni sarà centrale quando prenderà la parola Mario Draghi, in particolare rispetto "all'interpretazione della Bce in relazione alla possibilità di utilizzare questi strumenti come collaterali o meno. C'è grande attesa - evidenzia Sbranchella - e dall'altra parte ci sono anche tante incertezze manifestate un po' da tutte le principali banche" che piuttosto hanno chiesto un ulteriore intervento per velocizzare il recupero di questi crediti. "Dobbiamo attendere quello che accadrà in Bce, è un tema fondamentale".

Le indicazioni di Francoforte potranno rafforzare un sentiment positivo tornato sui mercati o riportare la volatilità al centro della scena finanziaria. In Borsa il 2016 è iniziato con un pesante ribasso, "la volatilità iniziata nel quarto trimestre 2015 e molto collegata alla debolezza di Oil & Gas" è rallentata nelle ultime due settimane e da parte degli investitori, analizza Giulio Baratta, head of Ig finance Emea, corporate client financing & advisory Bnp Paribas "c'è volontà di investire liquidità in asset corporate" perché consentono "un investimento 'mezzano'" rispetto ai titoli più rischiosi o a quelli governativi. "L'outlook adesso è più positivo", sottolinea.

"Io penso - aggiunge Sbranchella - che ci sia un tema di confidence che è un po' rallentato in questa fase ma che l'interesse sull'Italia, in particolare sulla fascia di aziende di primissima qualità, sia veramente enorme non solo all'interno del Paese, ma anche da parte di tantissimi investitori istituzionali stranieri. Il treno aveva cominciato a correre, in questo momento c'è una sorta di pausa, una parentesi che domani può chiudersi o possono arrivare nuove nubi". Se l'anno scorso è stato "un anno di record da tanti punti di vista sui temi del capital market", questo processo "non si è interrotto definitivamente, ha preso giusto una pausa e questo lo vediamo anche sul fronte del business alle imprese", conclude.

Per Bnl-Bnp Paribas, presente in 60 paesi, l'Italia rappresenta il mercato domestico. Un Paese in cui ci saranno aggregazioni tra gli istituti di credito ma in cui il sistema non preoccupa. "Si parla sempre male delle banche italiane - dice Vianello -, ma basta solo vedere i fondamentali e sono andate meglio delle banche europee. Se cambi le regole del gioco mentre giochi è complicato, se alzi l'asticella diventa sempre difficile". I soldi, insomma, "sono tornati, non solo sul mercato dei capitali. Le banche sono tornate a dare denaro" e il sistema Italia è a caccia di altra fiducia. Per Bnl-Bnp Paribas non c'è una logica di acquisizione in Italia, ma l'obiettivo è comunque la crescita, mantenendo le proprie politiche e portando avanti il nuovo piano 2019.

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