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Banco Bpm: nel nuovo piano utili oltre 1 miliardo nel 2024

05 novembre 2021 | 19.06
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Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm - FOTOGRAMMA
Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm - FOTOGRAMMA

Un utile netto di 1,05 miliardi di euro nel 2024, con una crescita annua del 33,4%. E di 740 milioni nel 2023. E proventi netti di 4,6 miliardi a fine periodo e solidi livelli di patrimonializzazione, con un Cet1 al 14,4%. Sono alcuni degli obiettivi del nuovo piano industriale del gruppo Banco Bpm, approvati oggi dal consiglio di amministrazione. La posizione patrimoniale della banca e la generazione di capitale consentiranno di garantire una remunerazione per gli azionisti con un dividend payout in arco piano pari al 40%. "Obiettivi ambiziosi ma raggiungibili", li ha definiti Giuseppe Castagna, amministratore delegato della banca. E apprezzati dal mercato. Il titolo di Banco Bpm a Piazza Affari ha segnato un balzo del 5,03% a 2,90 euro, aggiudicandosi la maglia rosa del Ftse Mib.

Il piano industriale dell'istituto individua tre pilastri per la crescita nei prossimi tre anni: un nuovo modello commerciale "digital-driven", con transazioni e vendite da remoto che saliranno sopra il 90% e il 50% rispettivamente nel 2024, una crescita dei volumi e della redditività del core business, basati "su digitalizzazione, competenze distintive, valore del franchise, valore aggiunto delle nostre fabbriche specializzate", e la messa a regime delle fabbriche prodotto, rappresentate da Anima, Agos e dalla bancassicurazione.

Il piano presentato dalla banca non prevede fusioni o aggregazioni con altri istituti. "Abbiamo voluto ricordare al mercato che questa banca può valere molto stand alone", ha detto Castagna, rispondendo a chi gli chiedeva di un possibile interesse da parte di Unicredit. "Se qualcuno ci compra, non facciamo le barricate. Ma se qualcuno ci vuole comprare, dovrà pagarci il prezzo giusto". In ogni caso, ha aggiunto, un terzo polo bancario "serve al Paese e alla crescita dell’economia".

Ma Bpm non sarà protagonista con Mps. La banca senese "ha dimensioni molto importanti. La trattativa con Unicredit ha mostrato i grandi oneri di ristrutturazione ancora da completare. Noi non ce la sentivamo di entrare in un’operazione così complicata sia per dimensioni che per asset". Troppo piccola e con troppi problemi, invece, Banca Carige. L'acquisizione dell'istituto genovese sarebbe "un’operazione molto piccola che ci richiederebbe troppo tempo ed energie. Non cambierebbe molto per noi", anche perché "noi in Liguria siamo già la seconda banca".

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