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Bancomat, carte e contante: al bar e nei negozi è già una battaglia persa

03 dicembre 2022 | 13.42
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Non c'è ancora una legge ma è già più difficile trovare qualcuno che accetti i pagamenti digitali senza fare storie

Bancomat, carte e contante: al bar e nei negozi è già una battaglia persa

La manovra, ovviamente, ancora non è stata approvata. E le misure sul tetto all'utilizzo del contante, che salirà a 5000 euro, e sulle transazioni senza bancomat e carte fino a 60 euro sono ancora solo un annuncio, o una promessa, di quello che sarà. Ma la battaglia di chi difende i pagamenti digitali è già sostanzialmente persa nei fatti.

Basta andare al bar, girare nei negozi, ascoltare le risposte di fronte a uno scontrino, o al conto di un ristorante, per capire quanto sia popolare tra gli esercenti la svolta pro banconote. Chi vuole insistere con le carte, chi non si vuole arrendere alla legge che ancora non c'è, ha ancora un mese di trattative. Poi, semplicemente, quando la legge ci sarà sul serio, dovrà ripiegare e mettersi in fila al bancomat, come piace tanto a Matteo Salvini.

Prima ancora di valutare le ricadute, che ci sono e ci saranno, sull'economia sommersa e su quella illegale, il passo indietro è culturale. Da una parte, più banconote circolano, meno tracciabilità c'è, meno controlli si possono fare. Dall'altra, le abitudini degli italiani faticosamente spostate verso la condivisione di standard europei e internazionali negli ultimi dieci anni, ripiegheranno velocemente verso il passato.

Chi proverà a pagare il caffè con una carta sarà respinto come un rompipalle, il copyright è sempre di Salvini. Chi vorrà pagare il conto al ristorante con una carta, potrà sempre cambiare ristorante e sperare nel buon senso di un altro ristoratore, come suggerisce il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Il tema, però, non è il confronto aperto tra chi paga e chi incassa ma la posizione dello Stato. La scelta del governo e della maggioranza, in questo senso, è chiara. Lo Stato si tira fuori e lascia la libertà di pagare come meglio si crede. Anche a costo di favorire, indirettamente, la libertà di evadere il fisco o di far circolare denaro sporco.

Intanto, basta un giro classico da sabato mattina, caffè e colazione, l'acquisto di pane e latte, per capire come il vento sia cambiato. Prima ancora che ci sia una legge, perché lo scambio di banconote fa troppo comodo per aspettare. E perché dire 'no, solo in contanti' è evidentemente per molti un esercizio liberatorio. (di Fabio Insenga)

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