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Bandiera (Fedepiloti): "porti siano priorità agenda, non fermiamo la filiera marittima"

18 aprile 2020 | 16.40
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Bandiera (Fedepiloti):

La portualità deve essere posta al centro dell’agenda politica. Una volta superata l’emergenza sanitaria del coronavirus, saranno proprio i porti e tutta la filiera dell’armamento i fondamentali asset attraverso i quali far ripartire la ripresa del Paese. Il settore sta ora soffrendo sotto i colpi del covid 19 che determinerà nel 2020 un calo senza precedenti degli approdi. Ma, anche, in questo momento di difficoltà, è importante continuare ad assicurare le operazioni di pilotaggio nei porti per garantire l’accesso in sicurezza alla navi. È un doppio appello quello che giunge da Francesco Bandiera, presidente della Federazione italiana dei piloti dei porti, il cui compito è quello di assistere il comandante della nave nella navigazione più rischiosa, quella all’interno degli spazi ristretti portuali e che anche nel pieno dell’emergenza “non si sono mai fermati”.

Un primo appello riguarda nello specifico la categoria dei piloti nei porti. “Nel momento in cui viene a mancare il traffico in un porto, è naturale che il contraccolpo economico immediato lo percepiamo in maniera diretta e rilevante, soprattutto se, come sta accadendo in questo particolare difficile momento, una crisi di liquidità generalizzata colpisce chi utilizza il nostro servizio: l’armamento”, sottolinea Bandiera all’Adnkronos.

"Questo sta generando problematiche legate al fatto che se le corporazioni non riscuotono il dovuto per il servizio reso obbligatoriamente, esiste la reale possibilità di non poter far fronte, nel medio/lungo periodo, alle spese minime di mantenimento della struttura, che sono incomprimibili per loro stessa natura: dai mezzi navali per recarci a bordo, al personale marittimo imbarcato, alla gestione delle stazioni di pilotaggio, fino al personale amministrativo necessario", spiega Bandiera.

“Nella consapevolezza che avremo un calo generalizzato degli approdi per il 2020 senza precedenti, per noi è fondamentale che quel poco traffico commerciale che continua ad usufruire del servizio anche in questo periodo, non includa il pilotaggio nelle voci di spesa da sospendere”, auspica Bandiera ponendo peraltro l’accento sulla “forte carenza dell’organico nel periodo pre-crisi”.

“Seppure al momento abbiamo 'rallentato per non fermarci domani', complice chiaramente l’importante contrazione dei traffici marittimi in tutti i porti senza distinzione, di concerto con l’Autorità competente, abbiamo attivato delle misure di contenimento che riducono l’attività al fine di preservare eventuali contagi all’interno delle corporazioni dei piloti. Per dirla più chiaramente, se una corporazione dovesse trovarsi interamente in quarantena, il porto sarebbe chiuso con le relative conseguenze. E ’chiaro che questo non si deve verificare”. E, dice ancora, “un ritorno alla normalità, che auguriamo avvenga chiaramente il prima possibile, riporterà il tema degli organici in evidenza ed auspichiamo che le procedure pubbliche concorsuali con le quali selezioniamo i nuovi piloti avvengano in modo celere con l’aiuto di tutti gli attori coinvolti”.

“Il nostro sistema organizzativo non ha mai pesato economicamente sui conti dell’Amministrazione pubblica, pur essendone direttamente beneficiaria e ci auguriamo che anche in questo frangente riusciremo a mantenere la piena operatività. Con questo non possiamo escludere che se il periodo di grave contrazione dovesse proseguire a lungo e soprattutto se i crediti dovessero diventare insolvenze, potrebbe essere necessario ricorrere a sussidi rivolti al personale dipendente”, avverte Bandiera.

Ma il presidente di Fedepiloti guarda anche alla prospettive dell’intero sistema della portualità e alla fase della ripresa. Di qui l’appello alla politica. "Oggi la prima linea è negli ospedali, ma quando questa emergenza si trasformerà da sanitaria ad economica, saranno proprio i porti e la flotta mercantile a giocare un ruolo molto importante nella ripresa del Paese come già avvenne peraltro nel dopoguerra. Per fare questo è fondamentale che la portualità torni al centro dell’agenda politica perché i porti italiani sono un asset strategico irrinunciabile per noi e per tutta l’Europa. Ecco perché devono saldamente rimanere nelle mani dello Stato italiano".

"Ritengo - insiste Bandiera- che alla portualità debba essere sempre dedicata la massima attenzione. Non a caso abbiamo scoperto l'America, siamo la nazione delle quattro repubbliche marinare, letteralmente un pontile nel centro del mare Mediterraneo; di enorme importanza strategica, politica e commerciale. La realtà armatoriale nazionale è sempre stata un grande valore aggiunto nel nostro Paese, e affinché tutta la filiera del settore marittimo continui a permettere l’approvvigionamento dei beni essenziali alla collettività, l’armamento italiano deve poter contare, ove necessario, di un adeguato sostegno economico, anche per dargli la possibilità, nel momento della ripresa globale, di rimanere competitivo in un mercato internazionale che, a ragione o torto, è stato la culla di quella globalizzazione che oggi ci sta mostrando tutti i suoi aspetti che vanno ben oltre i semplici liberi scambi commerciali".

E conclude Bandiera, "facciamo squadra e tutti insieme sapremo farci trovare pronti! Trasformando la sofferenza di questi giorni in opportunità. L’Italia ripartirà alla grande".

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