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La strage dei migranti, Unhcr: "Almeno 600 morti in tre giorni"

15 settembre 2014 | 10.47
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Il bilancio tragico dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dopo gli ultimi naufragi tra Libia, Malta e Egitto . Due sopravvissuti: "Ci sono 500 dispersi al largo di Malta, i trafficanti ci hanno fatto affondare". Salvate 36 persone a nord della città libica Tajoura. A Brindisi quasi 600 migranti salvati nel Canale di Sicilia

La strage dei migranti, Unhcr:

Tre giorni di naufragi determinano un bilancio tragico: quasi 600 migranti dispersi o morti durante le traversate nel Mediterraneo. Naufragi che si sono verificati tra venerdì scorso e domenica in acque libiche, maltesi e al largo dell'Egitto. Lo ha reso noto Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr.

In particolare, spiega, davanti alla Libia ci sono stati tre naufragi per oltre 300 morti, mentre a est di Malta in un altro naufragio sono morte fra le 300 e le 500 persone. Si tratta di un bilancio ancora provvisorio. Altri 15 migranti sono morti al largo dell'Egitto.

E c'è anche una testimonianza a confermare questi drammatici numeri. ''Sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana a 300 miglia al largo di Malta e a causare l'incidente sarebbero stati gli stessi trafficanti, che da una seconda imbarcazione avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone con a bordo i migranti, con i quali era nato un violento scontro''.

A raccontare questa terribile storia agli operatori dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) in Sicilia sono stati due sopravvissuti di nazionalità palestinese; due ragazzi fuggiti da Gaza e andati in Egitto a inizio settembre, soccorsi in alto mare dal mercantile panamense 'Pegasus' e portati a Pozzallo due giorni fa.

''Se questa storia sulla quale sta investigando la Polizia sarà confermata -sottolinea l'Oim - sarebbe il naufragio più grave degli ultimi anni. Un episodio particolarmente grave in quanto non si tratterebbe di un incidente ma di un omicidio di massa, perpetrato da criminali senza scrupoli né alcun rispetto per la vita umana''.

Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, i migranti siriani, palestinesi, egiziani e sudanesi sono partiti in 500 da Damietta, in Egitto, sabato 6 settembre. Tra loro anche molte famiglie con bambini e minori non accompagnati. ''Dopo aver già cambiato diverse imbarcazioni lungo la rotta - si legge sul sito dell'Oim - mercoledì scorso i trafficanti, a bordo di un altro natante, hanno chiesto ai migranti di 'saltare' su un'ennesima nave più piccola e precaria. Comprendendo la pericolosità della situazione, molti si sono ribellati: ne è nato uno scontro con i trafficanti, che a un certo punto, innervositi, hanno speronato il barcone dei migranti dalla poppa facendolo affondare''.

''La maggior parte delle 500 persone sono cadute in mare e affogate - riferisce ancora l'Organizzazione - altre sono riuscite a restare a galla aggrappandosi a mezzi di fortuna: tra queste i due giovani palestinesi".

In un altro naufragio ci sono oltre 160 morti: un barcone è colato a picco al largo delle coste libiche, a nord di Tajoura, a est di Tripoli. Lo rende noto il portavoce della Marina militare libica Ayub Qassem citato dal portale 'al-Awasat': ''Oltre 160 persone hanno perso la vita a causa del naufragio del barcone in acque libiche. A bordo c'erano più di 200 immigrati illegali''.

Qassem ha riferito che ''la guardia costiera è riuscita a salvare 36 persone, tra cui tre donne, che sono state trasferite in ospedale''. Proseguono le ricerche per il recupero dei naufraghi.

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