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Bari, in permesso premio dal carcere rapina e violenta donna in ufficio pubblico

25 novembre 2016 | 11.26
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Bari, in permesso premio dal carcere rapina e violenta donna in ufficio pubblico

L'ultimo giorno di permesso premio fuori dal carcere in cui era detenuto ha commesso una violenza sessuale ai danni di una ragazza nella sede di un ufficio pubblico di Bari. E' accaduto lo scorso 6 ottobre in una zona centrale del capoluogo pugliese.

I carabinieri della Compagnia ‘Centro’ e della Stazione ‘Scalo’, dopo una serie di indagini, hanno identificato e arrestato C. D. P., 53 anni, detenuto per altra causa nel carcere di Lecce, con le accuse di rapina aggravata, violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e porto abusivo di armi, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale Francesco Pellecchia, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Simona Filoni.

La ragazza, rifugiatasi in un bar e soccorsa da alcuni passanti che avevano allertato i carabinieri, aveva raccontato la dinamica dei fatti: nel primo pomeriggio, nell’ufficio pubblico nel quale lavora e mentre tutti gli altri suoi colleghi si erano allontanati per la pausa pranzo, aprendo la porta di ingresso si era trovata davanti l’uomo il quale, dopo essersi accertato che la stessa fosse sola, aveva tirato fuori un coltello costringendola a consegnargli il denaro che aveva nel portafogli.

Successivamente, dopo averla strattonata e condotta in bagno, coltello alla mano l'avrebbe obbligata a subire atti sessuali, pur non consumando un rapporto completo. Ciò nonostante, la vittima, con un atto di coraggio, era riuscita a spingere l’uomo contro un muro e a guadagnare la fuga chiudendo la porta di ingresso dell’ufficio.

Una volta in caserma, la giovane aveva poi fornito un dettagliato identikit del suo aguzzino, descrivendolo come un uomo dell’età di circa 40 anni, calvo, alto circa 1 metro e 75.

L'indagine, sviluppatasi attraverso l’accurata analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di video - sorveglianza a circuito chiuso, che si trovano sia all’interno dell’edificio che all’esterno dell’edificio, lungo la strada, cui è seguita l’identificazione del presunto aggressore da parte dei militari, ha portato a raccogliere numerosi indizi di colpevolezza che hanno consentito l’emissione della misura cautelare. Dalle indagini è emerso che la vittima era stata scelta a caso.  

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