cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 02:17
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Barilla: da paria dei diritti dei gay a caso esemplare negli Usa

19 novembre 2014 | 14.04
LETTURA: 3 minuti

Scrive il Washington Post che ad un anno dall'infortunio radiofonico di Guido Barilla, il colosso alimentare è diventato un esempio di azienda gay friendly. La Human Right Campaign le assegna il punteggio massimo per il rispetto dei diritti Lgbt sul lavoro

La famiglia di Vikki Reich, coppia lesbica fra i testimonial della campagna per il piacere di mangiare assieme  promossa dalla Barilla.
La famiglia di Vikki Reich, coppia lesbica fra i testimonial della campagna per il piacere di mangiare assieme promossa dalla Barilla.

Nello spazio di un anno il marchio Barilla è passato da paria dei diritti dei gay a caso esemplare. E oggi ha ottenuto 100 punti, il massimo, sul Corporate Equality Index della Human Right Campaign, un'associazione americana per la promozione dei diritti degli omosessuali che ogni anno stila una lista delle compagnie gay friendly.

In una vicenda che dimostra come sia diventato "tossico per un'azienda essere considerata poco amichevole verso i gay", scrive oggi il Washington Post, la Barilla ha compiuto una svolta radicale con l'estensione dei benefici sanitari ai dipendenti transgender e l'avvio di politiche interne antidiscriminazione, con tanto di corsi per tutta la sua forza lavoro. Ha fatto una donazione ad un'associazione contro il bullismo antigay - la Tyler Clementi Foundation - e inserito una coppia di lesbiche fra le famiglie tipo di una campagna promozionale del sito Share the Table che promuove il piacere di mangiare assieme in famiglia.

"E' molto raro" che una società ottenga un simile risultato in un anno, nota Deena Fidas responsabile del settore lavoro di Human Right Campaign, "qualcuno potrebbe fare speculazioni sulle motivazioni, ma quel che conta è come sia incontrovertibile che alla Barilla vi siano oggi politiche inclusive Lgbt che prima non c'erano". Il traguardo raggiunto è notevole se si pensa all'infortunio radiofonico di Guido Barilla, che dichiarò l'anno scorso di non voler fare spot con famiglie gay, aggiungendo che se agli omosessuali non stava bene allora potevano anche mangiare un'altra pasta. L'eco negativa fu immediata, anche a livello internazionale. Negli Stati Uniti, dove la Barilla detiene il 30% del mercato della pasta, vi furono appelli al boicottaggio e l'università di Harvard tolse il marchio dalla sua mensa.

Di fronte a quello che rischiava di diventare un disastro d'immagine, la Barilla è però corsa ai ripari. Lo stesso Guido Barilla si è rivolto ad alcuni importanti esponenti del movimento per i diritti Lgbt negli Stati Uniti che gli hanno fatto da consulenti. Tuttavia bisognerà ancora aspettare un pochino per uno spot con una famiglia gay. Talita Erickson, responsabile del settore per la diversità della Barilla, spiega che la compagnia non vuole dare l'impressione di farlo come risposta alle critiche. "Siamo assolutamente aperti a rappresentare la comunità Lgbt nei nostri spot - afferma - ma succederà in maniera graduale".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza