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Barletta: frode milionaria al fisco, arrestati tre imprenditori edili

01 agosto 2014 | 16.03
LETTURA: 2 minuti

Un quarto indagato ha ammesso le proprie responsabilità, chiedendo di avvalersi del patteggiamento

Barletta: frode milionaria al fisco, arrestati tre imprenditori edili

Tre imprenditori edili di Barletta sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica, ed eseguita da militari della Guardia di Finanza, nell'ambito di una inchiesta sulla presunta frode al fisco nel settore dell'edilizia privata.

Secondo l'accusa avrebbero sottratto alle tasse, tra il 2007 e il 2011, oltre 10 milioni di ricavi e evaso imposte ai fini Ires, Iva ed Irap per circa 3 milioni derivanti dalla cessione di 84 appartamenti nuovi. Sarebbe stato evaso il 40% del prezzo di vendita. I militari della Guardia di Finanza di Barletta, non molto tempo fa, hanno eseguito nell'ambito della stessa indagine altre ordinanze di custodia cautelare e sequestri preventivi nei confronti di nove imprenditori barlettani.

L'operazione e' stata denominata 'Found Paradise'. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Trani Luca Buonvino, su richiesta del pubblico ministero Michele Ruggiero. Un quarto indagato ha ammesso le proprie responsabilità, chiedendo di avvalersi del patteggiamento.

In pratica è stata accertata una notevole differenza tra i soldi in contante corrisposti agli imprenditori o a persone di fiducia loro vicine rispetto al prezzo indicato nei rogiti notarili proprio al fine di nascondere al fisco gli ingenti profitti con rilevanti effetti distorsivi sul mercato della compravendita immobiliare, soprattutto dei contribuenti economicamente più deboli, non in grado di procacciarsi la quantità di denaro contanti da corrispondere agli imprenditori.

Sono in corso sequestri preventivi 'per equivalente' a Barletta, riguardanti appartamenti e locali commerciali di proprietà degli indagati, disponibilità finanziarie (conti correnti, libretti di deposito, titoli e investimenti di natura finanziaria giacenti presso vari istituti di credito) per circa tre milioni di euro complessivi pari alle imposte evase complessivamente. I reati contestati vanno dalla frode fiscale al favoreggiamento personale

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