Potenza, 31 mar. (Adnkronos Salute) - Impianto numero 1.000 per l'Unità operativa di oncologia critica territoriale e cure palliative, che dal 2006 esegue impianti, in ospedale e a domicilio, di Picc (Peripherally inserted central catheter o catetere venoso centrale inserito perifericamente) e Midline (un catetere periferico, la cui punta è quindi posizionata a livello della vena ascellare o della vena succlavia) con una media di 170-200 dispositivi all'anno. Tali procedure stanno divenendo 'gold standard' nell'ambito degli accessi venosi centrali e periferici, con un incremento esponenziale della loro domanda.
Una équipe formata da un medico e due infermieri - si legge in una nota dell'azienda ospedaliera di Potenza - munita di attrezzatura completa, atta a garantire la sterilità, nonché di ecografo portatile dedicato e di elettrocardiografo, esegue a domicilio tali attività e qualche giorno fa è stato realizzato a domicilio l'impianto numero 1.000. La procedura comporta un abbattimento dei costi di sala operatoria e di degenza ospedaliera, di cui necessitano altri dispositivi. In un'ottica di standardizzazione, e quindi della ottimizzazione dei vari processi, si è certi che tale procedura eseguita a domicilio avrà un sicuro implemento nei prossimi anni.
I pazienti selezionati - conclude l'Asp nella nota - rispondono ad almeno uno dei seguenti requisiti: necessità di avere un accesso venoso stabile per terapie endovenose a medio-lungo termine (nutrizioni parenterali, terapie infusionali, emotrasfusioni); assenza di accessi venosi periferici e con necessità di terapie infusionali anche occasionali; assenza di accessi venosi periferici e in stato di avanzata terminalità e assenza di accessi venosi periferici, a prognosi incerta.
