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Batteri resistenti, in Italia 10 mila decessi ogni anno

08 novembre 2019 | 18.34
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(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Le infezioni da batteri resistenti causano ogni anno in Italia 10 mila decessi in ospedale. Spesso dopo un lungo e costoso contenzioso legale per i risarcimenti richiesti alle strutture di cura. Un focus sull’evoluzione della diagnostica nelle infezioni ospedaliere e sui nuovi approcci interpretativi dell’antibiogramma sarà al centro del XLVIII congresso nazionale dell'Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) che si apre domani a Rimini.

"L’esperienza quotidiana pone i medici e tutto il personale sanitario innanzi a sfide diagnostiche e terapeutiche sempre più complesse. Per questo occorre non solo monitorare l’evoluzione degli agenti infettivi ma, soprattutto, conoscere nel loro insieme il genoma, i suoi prodotti e i relativi meccanismi metabolici al fine di individuarne la presenza nel paziente, fino dalle fasi più acute dell’infezione e malattia, e mettere a punto strategie di contrasto sempre più efficaci", ricorda Pierangelo Clerici, presidente Amcli e direttore dell'Unità operativa di Microbiologia dell'Asst Ovest milanese.

L’evoluzione della medicina e le nuove frontiere terapeutiche che si stanno sviluppando costituiscono esse stesse occasione di studio per interrompere e limitare l’azione che virus, batteri, parassiti e funghi possano avere sul decorso della malattia dei pazienti. "È il caso del monitoraggio dell’infezione da cytomegalovirus nei pazienti trapiantati di cellule staminali emopoietiche nell’era dei nuovi farmaci. Infatti, la quasi totalità dei pazienti trapiantati sviluppa un’infezione da cytomegalovirus che nel 30-50% dei casi in assenza di strategie di prevenzione, ha ripercussione clinica di varia entità minacciando fortemente la sopravvivenza dei pazienti", aggiunge l'Amcli.

A Rimini, verranno presentati gli ultimi dati sulla circolazione dei virus respiratori (sono circa 20) in campo comunitario e ospedaliero come causa di infezioni severe in pazienti deboli e critici, sia pediatrici sia adulti. Particolare attenzione sarà posta sui ceppi di virus influenzali che circoleranno in questa stagione invernale analizzando le loro potenziali azioni patogene e confrontando il tutto con ciò che è avvenuto nella scorsa stagione.

"L’impegno che come associazione abbiamo profuso nel proporre alle istituzioni una riorganizzazione della struttura territoriale dei laboratori conferma il ruolo che crediamo debba avere il laboratorio di Microbiologia nella moderna medicina - osserva Clerici - Crediamo fortemente che l’innovazione tecnologica in continua evoluzione e la diagnostica avanzata permettano al sistema sanitario nazionale di conseguire un ritorno sia in termini di qualità del trattamento curativo erogato sia di sostenibilità economica".

"Siamo disponibili a proseguire nella collaborazione con le altre società scientifiche, il mondo clinico, le imprese e, soprattutto, le istituzioni a livello centrale e periferico, per sviluppare una sanità più efficace, tempestiva e accessibile a tutti i cittadini. A tal proposito ringrazio il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa per aver accettato di partecipare all’inaugurazione del nostro congresso nazionale e per la possibilità di condividere con lei i programmi che i microbiologi clinici italiani si prefiggono di sviluppare nel prossimo futuro per essere sempre protagonisti in un’assistenza sanitaria eccellente", conclude Clerici.

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